Commemorazione Perlasca: “Anche il FLAI doveva parlare”
Strascichi polemici dopo la cerimonia di commemorazione di Giorgio Perlasca. Il portavoce del Club Vuolo lamenta la mancata parola del segretario nazionale del sindacao FLAI
«La celebrazione di Giorgio Perlasca e dei “Giusti delle Nazioni” tenutasi nel parco di Viale Aguggiari la scorsa domenica in occasione del “Giorno della Memoria”, rischia di avere strascichi polemici indesiderati da tutti».
Questa la conclusione anticipata dall’Avv. Giuseppe Vuolo, portavoce del Club della Libertà “Prealpi Varesine”: «Il nostro Club – prosegue l’Avv. Vuolo – aveva accettato di buon grado di partecipare alla cerimonia limitandosi a deporre una propria corona di fiori, non intervenendo alla commemorazione se non a margine ed al termine di questa. Gli accordi intercorsi tra il Club e l’A.N.P.I. (Associazione Partigiani d’Italia) per tramite della Circoscrizione erano infatti di “rendere il più istituzionale possibile lo svolgimento della cerimonia”. Ciò che però ci ha gravemente turbato è stato che l’oratore dell’A.N.P.I., a conclusione del proprio intervento e di quello del Presidente dell’Associazione “Italia Israele – AM” (che ha donato al Comune di Varese la stele e la targa commemorativa di Giorgio Perlasca e del Giardino dei Giusti), ha rifiutato la parola al Segretario Nazionale del Sindacato “F.L.A.I. Trasporti e Servizi”. Di fatto l’esponente dei Partigiani ha così negato che il Sindacato – qualsiasi Sindacato riconosciuto a livello nazionale – in quanto rappresentativo di migliaia di lavoratori rappresenti un’Istituzione democratica, cardine tra le altre Istituzioni che regolano la nostra società. D’altronde nulla più potevamo attenderci da un personaggio che affonda le proprie radici politiche nel rifondazionismo Comunista e per il quale evidentemente la parola “Democrazia” riveste accezioni ben diverse dalle nostre! La memoria di Giorgio Perlasca e quella della vittime della furia e della barbarie nazi-fascista sono patrimonio dell’intero civile consesso, e non patrimonio nell’esclusiva disponibilità di Associazioni peraltro non istituzionali. Non possiamo che porgere, noi autentici Democratici, le nostre scuse al Sindaco per l’evidente disagio cagionatogli dalla proditoria presa di posizione dell’A.N.P.I. alla quale rammentiamo che i Sindacati sono un’Istituzione della nostra Democrazia nata dal sacrificio e sul sangue di milioni di Lavoratori».
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