Comunità Giovanile in soccorso dei serbi in Kosovo
Stefano Gussoni ha avviato, in collaborazione con un'associazione di Arco e il governo di Belgrado, un progetto umanitario a firma Comunità Giovanile per aiutare la minoranza serba nel Paese albanofono
Un viaggio in Kosovo per capire come vive la comunità serba in un territorio a maggioranza albanese e per iniziare un progetto di cooperazione umanitaria. E’ quello che ha affrontato, tra fine dicembre e inizio gennaio, Stefano Gussoni (foto in basso) di Comunità Giovanile di Busto Arsizio, associazione giovanile da sempre attenta ai problemi delle minoranze etniche nel mondo. Quella Serba in Kosovo è una minoranza che sta vivendo anni difficili ed è per questo che i giovani bustocchi hanno deciso di aiutare con il progetto “Accendiamo la Speranza”, in collaborazione con l’associazione “L’uomo nuovo” di Arco, in provincia di Trento.
Il progetto nasce con l’obiettivo di portare sostegno e aiuto concreto alle minoranze del Kosovo al fine di poter esercitare pienamente i loro diritti umani (in particolare in questo progetto alla salute e all’educazione), diritti di minoranza e diritti socio economici; al fine di poter interagire con le stesse istituzioni del Kosovo, evitando così di rimanere ai margini della società.
«Le minoranze non-albanesi vivono, dalla fine del conflitto, in uno stato di insicurezza costante; la
situazione rimane “fragile” e tutt’altro che pacificata – racconta Gussoni di ritorno da un tour nelle città e nelle enclavi serbe in Kosovo – sono presenti forti tensioni sociali di stampo etnico che sfociano, quasi quotidianamente, in atti di violenza, soprusi ed ingiustizie». Gussoni racconta dei frequenti e necessari cambi di targa alla loro automobile in base alla zona che attraversavano «per evitare che ci scambiassero per serbi tra gli albanesi». I segni della guerra sono ancora visibili, come si vede dal reportage fotografico, e per le minoranze serbe è difficile ottenere i diritti che hanno gli albanesi: «Proprio per questo abbiamo deciso di collaborare con L’uomo Libero di Arco e con il governo di Belgrado»
Gli albanesi si rifiutano di accettare il ritorno della minoranza serba nelle proprie case e sono all’ordine del giorno gli atti di vandalismo a danno dei siti culturali e religiosi serbi. Comunità giovanile ha così deciso di sostenere questo progetto che si inserisce in questo contesto delicato con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di alcune enclavi (Osojane, Zac, Silovo e Zupce) per quanto concerne la fornitura di energia elettrica; beni di prima necessità (abbigliamento e alimentari); strumenti e attrezzi per l’agricoltura; materiale medico; veicoli adatti al trasporto di persone (scuolabus e degenti). Inoltre si pone l’obiettivo di fornire le risorse per l’inizio di progetti di sviluppo economico a sfondo agricolo, indirizzati a creare l’autosufficienza alimentare ed economica delle famiglie delle enclavi.
La sostenibilità economica è garantita dagli aiuti di alcuni enti pubblici, dalle donazioni dei soci delle
associazioni proponenti e dai ricavi di eventi e iniziative appositamente realizzate allo scopo.
Il controllo nella raccolta dei fondi, nel loro corretto utilizzo, nel prosieguo del progetto ante e post
realizzazione degli obiettivi proposti è a carico degli enti Italiani, L’Uomo Libero e Comunità Giovanile.
L’iniziativa rientra in un progetto vasto e articolato nato dalla collaborazione tra le due associazioni , la scuola primaria e la comunità di Osojane, l’ospedale di Silovo, la comunità di Zac e la scuola di Zupce.
Il progetto ha ricevuto il sostegno del Ministero per Kosovo e Metohija e dell’Ambasciata della
Repubblica Serba in Italia.
In particolare Stefano Gussoni, responsabile della parte bustocca del progetto, mette a disposizione il suo contatto telefonico per ricevere informazioni sul progetto (3498784829) e la sua email stefano.gussoni@hotmail.it . In particolare Comunità Giovanile raccoglie soldi, computer usati, materiale scolastico, giocattoli e vestiti. Il 27 marzo, infine, è previsto un evento di solidarietà nella sede di Vicolo Carpi finalizzato alla raccolta di fondi
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