Debuttano i certificati medici digitali, ma crolla il sistema

Brunetta ha imposto l'abbandono della carta per i certificati di malattia. Già ieri i sindacati denunciavano: "Il sistema è lento e farraginoso". Oggi i centralini sono già in tilt

Pessimo debutto per il certificato medico digitale, l’ultima innovazione fortemente voluta da Brunetta. A partire da oggi, martedì 1° febbraio, i medici di famiglia avrebbero dovuto inviare i certificati di malattia solo per via telematica. L’intenzione del ministero sarebbe quella di risparmiare tempo e denaro, dato che ogni anno vengono processati oltre 50 milioni di certificati cartacei.

Ma non tutto è oro quello che luccica. Nonostante i 10 mesi di sperimentazione, il sistema non ha retto, come per altro immaginavano i sindacati dei medici.

Dopo una mattinata difficile, con i terminali dei medici congelati, il Sistema Informatico del Servizio Sanitario della Regione ha ammesso la debacle: "Si comunica che per problemi sui sistemi informativi degli Enti Centrali il servizio Certificati di Malattia non è al momento disponibile". Questo il messaggio ricevuto poche ore fa da tutti i medici lombardi, che per tutta la giornata hanno litigato con il sistema.

«Il sistema non funziona qui come nel resto d’Italia, e il paziente non può essere penalizzato. Noi siamo attrezzati con computer e linea internet adeguata. Ma è il sistema alla fase terminale che non risponde», spiega Giulio Corgatelli, aderente al sindacato Fimmg della provincia di Varese.

A bocciare l’innovazione è anche Filippo Bianchetti, del sindacato dei medici di medicina generale: «Questa mattina nel mio studio eravamo in sei, e il sistema funzionava solo a tre medici. Ma non solo l’interfaccia fa acqua da tutte le parti, ma è proprio l’idea del ministero a non funzionare», spiega, «Stiamo facendo fare ai medici il lavoro dell’Inps, aggiungendo altre perdite di tempo e distogliendoci dal nostro lavoro. Pensate poi a come possiamo fare quando assistiamo i pazienti a domicilio: dobbiamo tornare in studio a stampare il certificato e poi, visto che in genere il paziente non può muoversi, dovremmo tornare a portarglielo. In certe cose serve flessibilità, questo sistema non è flessibile». E purtroppo, secondo Bianchetti, ormai è troppo tardi: «I sindacati dovevano muoversi compatti, da subito, ora non possiamo che sperare in un crollo spontaneo di questo sistema».

Eppure l’obbligo di Brunetta è severo: per chi non usa il nuovo sistema, si rischia persino la revoca della convenzione per i medici di famiglia.

Così alcuni sindacati dei medici sono già sul piede di guerra e minacciano lo sciopero. Brunetta rassicura: «Non puniremo inutilmente, terremo conto delle possibili difficoltà del debutto». Ma le difficoltà, al momento, sono state decisamente paralizzanti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Febbraio 2011
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