I conti del Comune secondo l’assessore al bilancio (e Fitch Ratings)

L'assessore Giovanni Paolo Crespi analizza la situazione finanziaria del Comune: debiti ridotti, tasse contenute, recupero dell'evasione. Venerdì alle 19 se ne parla sulla web tv comunale

Venerdì 18 febbraio alle 19 il sindaco Gigi Farioli e l’assessore al Bilancio Giovanni Paolo Crespi (foto) approfondiranno in diretta sulla webtv comunale intitolata ad Enzo Tortora (accessibile dalla homepage del sito del Comune) le motivazioni che hanno determinato l’assegnazione di un rating positivo da parte di Fitch Ratings. Un giudizio che, raro se non unico esempio in Italia, consolida, anzi migliora l’affidabilità del Comune di Busto Arsizio, in un periodo di straordinaria crisi economica e finanziaria, caratterizzato da un pesante debito pubblico.

Di seguito una sintesi che anticipa i contenuti della trasmissione, scritta dall’assessore Crespi. In sostanza una rivendicazione dell’operato dell’amministrazione Farioli sul fronte dei conti pubblici, non solo durante il mandato dell’assessore, subventrato "a metà dell’opera", ma anche del predecessore Alberto Cattaneo.

Cos’è il rating per un ente locale?

Il rating nasce come strumento per il mercato del debito. Come quando, per andare al cinema, si guardano le “recensioni” sul giornale, così per concedere ed ottenere finanziamenti è opportuno avere una recensione del debitore. Avere una recensione è interesse sia del produttore del film, perché le buone recensioni attirano pubblico, sia dello spettatore, che sarà più interessato a vedere un film giudicato bello, rispetto ad uno “stroncato dalla critica”. Il rating attribuito al Comune funziona nello stesso modo.

A cosa serve conoscere il rating del proprio Comune?

Innanzitutto ogni cittadino/contribuente con le proprie tasse finanzia il comune. Un rating positivo significa che il denaro forzosamente prestato al Comune è, almeno, ben gestito. La relazione predisposta dagli analisti indipendenti di Fitch si fonda proprio su considerazioni in merito alla gestione del denaro pubblico. Cercando di semplificare senza banalizzare:

  • Anche in un contesto di diminuzione degli oneri di urbanizzazione e dei trasferimenti, la differenza tra entrate correnti (compresi gli oneri di urbanizzazione) ed uscite correnti si prospetta stabile sui 9 milioni di euro per il biennio 2011/12;

  • Una buona rete di infrastrutture rende il piano di investimenti, principalmente caratterizzato da strade e manutenzioni straordinarie di edifici, sostenibile con risorse quasi interamente proprie (ovvero senza o con un limitato ricorso al debito);

  • L’indebitamento globale è diminuito, rendendo più flessibile il bilancio del Comune;

  • Il settore finanziario del Comune è stato reso ancora più efficiente con le recenti assunzioni, sia sul lato della gestione della spesa (controllo di gestione) sia sul lato delle entrate (ufficio tributi e strumenti di lotta all’evasione);

  • Il patrimonio disponibile offre una buona possibilità di generare plusvalenze per sostenere nuovi investimenti, e la liquidità è alta.

Negli ultimi anni, l’Amministrazione di Busto si è prodigata per migliorare la gestione del proprio bilancio, cercando di recuperare efficienza ed efficacia nella spesa e razionalizzando le entrate. Sul fronte della spesa si è cercato di eliminare o ridurre alcune voci di spesa (ad esempio spese di comunicazione, auto blu) e si sono adottati piani per la razionalizzazione delle spese di funzionamento dell’ente (spese telefonia, carburanti, cancelleria).

I risultati sono rappresentati in tabella:

 

Voce di spesa1

2000

2005

2009

Variazione percentuale

"Comunicazione"

83.122,64

58.845,88

30.643,31

-63,13%

Carburanti

89.822,32

74.192,11

54.486,93

-39,34%

"Auto blu"2

19.797,12

15.475,99

10.168,623

-48,64%

"Cancelleria"

116.672,70

139.297,60

75.714,79

-17,36%

 

 

 

 

 

 

Sul fronte dell’entrata, pur nei rigidi limiti imposti dal blocco delle tasse locali, si è lavorato per accertare la base imponibile, recuperando l’evasione (con il bilancio 2011 avremo recuperato circa 1,5 milioni di ICI e TARSU che non erano versati) e preparando, così, la strada per una seria attuazione del federalismo fiscale. Come ogni buona azienda, abbiamo anche cercato di recuperare i crediti. La lotta all’evasione e l’attenzione a recuperare i crediti (tra cui affitti non pagati per oltre 1,5 milioni) ha permesso di aumentare le entrate complessive del Comune, passate da 70,9 milioni nel 2006 a 77,4 milioni nel 20104, senza gravare sui contribuenti. Il prelievo per abitante (indice Pressione Finanziaria) è passato da 597,02€/20095 per abitante nel 2006 a 588,47€/2009 nel 2009 (ultimo consuntivo approvato). La scelta di non operare aumenti di tasse (fin quando possibile) e tariffe è motivata anche da una banale considerazione: prima di aprire un nuovo vasetto di marmellata, si finisce quello già aperto! Sarebbe stato facile aumentare la TARSU, ma non sarebbe stato equo, perché, i fatti lo dimostrano, la base imponibile è sottostimata.

E’ importante osservare come il livello di spesa per abitante sia, comunque aumentato, passando da 1.020€ per abitante nel 2006 a 1.230€ nel 2010. Di questi il 29,38% sono spese di investimento (erano il 25% nel 2006). Proprio sugli investimenti sono stati raggiunti i maggiori traguardi. Infatti, negli ultimi 5 anni, sono stati appostati 105milioni di euro per investimenti, finanziati prevalentemente con entrate proprie (procedendo anche ad un attento recupero dei residui di opere ultimate) e trasferimenti (ottenuti capitalizzando il ruolo capitale di Busto nella provincia di Varese e nell’Alto Milanese). Mediamente, nel quadriennio 2006-2009, sono stati approvati piani di opere per 19milioni all’anno. La previsione per il 2010/2012 potrebbe essere anche leggermente superiore, ma, è un dato, la città ha già un’ottima rete di infrastrutture che richiede, al più, interventi sulle strade e manutenzioni straordinarie di immobili, cioè opere per le quali non risulta né necessario, né opportuno accendere nuovi mutui. La scelta di non ricorrere ad un aumento del debito ha permesso: di ridurre lo stock di debito dai 75milioni del 2006 ad una prospettiva di 48milioni nel 2012; di portare l’indebitamento pro-capite da 934€ nel 2006 a 620€ nel 2010; di ridurre la spesa per interessi dal 3,81% delle entrate nel 2006 al 2,71% nel 2010; di ridurre il rapporto tra il debito e le entrate del comune dal 105,36% del 2006 al 66% del 2010.

Il rigore di questa politica permetterà, se ce ne fosse bisogno, di ricorre a nuovi mutui senza gravare eccessivamente sulle finanze comunali e senza compromettere la flessibilità del bilancio. Soprattutto si deve osservare come, nel 2006, il Comune fosse indebitato “al di sopra delle proprie possibilità” (situazione peraltro tipica nel nostro Paese).

Questa Amministrazione ha scelto di non fare propaganda ma politica”. Avremmo potuto stupire gli elettori con effetti speciali, da pagare con piccole comode rate nei prossimi vent’anni. Invece abbiamo scelto di invertire la rotta, perché il debito è un onere occulto che grava sulle generazioni future. La spesa per rimborsare il debito non produce beni o servizi, più essa aumenta, meno servizi si possono erogare. Indebitarsi oggi, significa negare servizi domani. Certo il vantaggio è nell’immediato, perché con il debito si possono soddisfare gli elettori di oggi, tagliare nastri e raccogliere consenso, ma mio padre ha pensato anche al mio futuro.

In conclusione, sembra opportuno anche ricordare che Fitch ha espresso un parere anche su quell’operazione che è stata spesso indicata come lo spettro che aleggiava sul nostro bilancio: lo SWAP. Con un debito così consistente come quello del 2006, frutto di operazioni avviate nel corso di diversi decenni (dal 1990) spesso senza una attenta pianificazione sull’orizzonte temporale, è stato necessario provvedere ad una pulizia generale (come quando si torna a casa dopo le vacanze). Le operazioni condotte dall’Amministrazione nel 2007 hanno ridotto il rischio cui era esposto il Comune (simile a quello che ha reso difficile per molte famigli pagare le rate del mutuo) ed hanno reso più sostenibile il rimborso dei prestiti, che, altrimenti concentrati tra il 2007 ed il 2014, avrebbero assorbito troppe risorse mettendo a rischio molti dei servizi apprezzati dai cittadini.

Cos’è FitchRatings?

Fitch Ratings è una primaria agenzia globale di rating impegnata a fornire ai mercati del debito nel mondo opinioni sul rischio di credito indipendenti, tempestive e prospettiche. Costruita con un strategia di crescita organica e con acquisizioni strategiche, Fitch Ratings è cresciuta rapidamente durante l’ultimo decennio, conquistando presenza sul mercato in tutto il mondo e su tutti i mercati del reddito fisso.Fitch Ratings ha due sedi centrali, a New York e Londra, uffici operativi e joint-ventures in più di 49 centri ed enti valutati in più di 90 paesi, inclusi rating di tipo IFS (Insurer Financial Strength) su più di 2000 aziende del settore assicurativo. Fitch Ratings è una società controllata da Fimalac S.A., un gruppo internazionale di servizi di supporto alle imprese la cui sede principale è a Parigi, in Francia.

1 Le spese sono indicate in € del 2009 applicando una rivalutazione monetaria agli importi originali.

2 La spesa comprende sia la manutenzione sia il lavaggio del parco mezzi. Nel 2006 sono state cedute le auto di rappresentanza.

3 Dato riferito al 2008, poiché nel 2009 alcuni mezzi sono stati trasferiti ad Agesp Servizi Srl.

4 Fonte: elaborazioni Fitch su bilanci del comune. La cifra si riferisce al “Operating Revenue” che comprende i primi tre titoli delle entrate, oltre agli oneri di urbanizzazione.

5 E’ stata calcolata la rivalutazione monetaria degli importi, al fine di rendere compatibili i due dati del consuntivo.

La via
delle api

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Pubblicato il 17 Febbraio 2011
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