Ottavio Missoni, l’atleta stilista ai suoi primi 90anni
Il poliedrico stilista che vive immerso nel verde di Sumirago ha appena pubblicato per Rizzoli un’autobiografia che si muove dalle sue origini dalmate al suo successo imprenditoriale
A 90 anni Ottavio Missoni ha deciso di voltarsi indietro e dare una spolverata alla storia della sua vita con il giornalista Paolo Scandaletti.
Il poliedrico stilista che vive immerso nel verde di Sumirago, in provincia di Varese, ha appena pubblicato per i tipi di Rizzoli un’autobiografia che si muove dalle sue origini dalmate al suo successo imprenditoriale, passando dalla prigionia di guerra alla sua carriera da atleta che lo ha portato alle olimpiadi di Londra nel ’48.
Ed è proprio negli anni in cui i suoi piedi correvano lungo le piste dei 400 metri che ha iniziato a Trieste una piccola attività di maglieria specializzata in indumenti per lo sport: fu l’inizio di una carriera che ha dato lustro all’Italia nel mondo.
Dall’attività di quella piccola maglieria, dove insieme alla moglie ha creato nel 1953 il marchio Missoni, i suoi prodotti sono diventati infatti un brand affermato e i due coniugi la garanzia di un prodotto che in tanti preferiscono collocare nel campo dell’arte più che in quello della manifattura.
Da Trieste la produzione si trasferì in Lombardia e nel giugno 1966, ottenne il primo grande successo presentando alla stampa una collezione di rottura rispetto agli schemi tradizionali dell’uso della maglia.
Nel 1973 a Dallas i Missoni vincono il “Neiman Marcus Fashion Award”, il più prestigioso premio internazionale per la moda. Missoni, alla stregua degli artisti, vede i suoi capi esposti nei musei più prestigiosi del mondo e dal 1993 è “Cavaliere al Merito del Lavoro”.
Adesso la storia imprenditoriale dei Missoni continua nelle mani della famiglia e da Sumirago continua a vestire le passerelle della moda di tutto il mondo. E Ottavio Missoni, sereno, ha il tempo di voltarsi indietro. E raccontarsi.
Lo abbiamo intervistato poco prima del convegno sul giorno del ricordo della tragedia delle foibe all’università dell’Insubria.
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