Rapine nelle farmacie, in 4 finiscono in carcere

Particolare sarebbe stata la funzione dell’unica donna coinvolta: entrava nelle farmacie pochi minuti prima delle rapine,e alla vista del complice urlava per amplificare l’effetto intimidatorio dell’azione criminale

Al termine di indagini protrattesi per circa tre mesi, i Carabinieri della Tenenza di Bollate sono riusciti ad individuare una “batteria” di rapinatori, specializzata in colpi nelle farmacie. 
Quattro le persone finite in carcere, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Milano, il quale ha concordato con le risultanze investigative prodotte dai carabinieri bollatesi. 
In carcere sono finiti C.M., 40enne di Cormano, L.G., 42enne, M.D., 45enne, e F.M., 34enne, unica donna, questi ultimi tre bollatesi. 
I quattro sarebbero stati individuati come gli autori di ben 12 rapine in farmacia, consumate dal 15 novembre al 30 dicembre 2010. 
Gli obiettivi colpiti sono stati le farmacie: “Comunale 3 e Comunale 4” di Cesano Maderno, “Nuova” di Severo”, “Pastorelli”di Castellana, “Santa Teresa” di Legnano, “Staurenghi” di Uboldo, “Comunale 3” di Desio, “Villani” di Cerro Maggiore, “Comunale 2” di Muggiò, “Comunale 1” di Cusano Milanino, “Scotti” di Bresso e “Lodoletti” di Marnate. Reati che hanno fruttato un bottino complessivo di circa 10.000 Euro. 
Secondo il risultato delle indagini i soggetti colpivano in genere in coppie di due, parzialmente travisati con berrettini e sciarpe, a volte armati di taglierino, a volte limitandosi a minacciare, percuotere e spintonare i titolari degli esercizi. 
Particolare sarebbe stata la funzione dell’unica donna coinvolta: secondo la ricostruzione degli investigatori entrava nelle farmacie pochi minuti prima delle rapine, si fingeva quindi una cliente ed alla vista del complice iniziava ad urlare con l’obiettivo di amplificare l’effetto intimidatorio dell’azione criminale. Salvo naturalmente allontanarsi successivamente in compagnia del complice medesimo. Fatale per i quattro è risultato il lavoro di raccolta delle testimonianze, di elaborazione degli identikit, di analisi delle frequentazioni degli indiziati, di visione delle immagini di attigue telecamere a circuito chiuso, il tutto riscontrato dalle individuazioni fotografiche finali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Febbraio 2011
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