Varese avrà il parco degli Ulivi
Nascerà sul Monte Bernasco: entro marzo piantumati 60 alberi. Che poi produrranno il famoso olio di Sant?imerio
Avrebbe dovuto diventare un parco un po’ decentrato, diventerà il primo esperimento di "parco produttivo": a Bosto, in una delle castellanze più centrali di Varese, si aprirà un uliveto aperto al pubblico, in cima alla via Monte Bernasco. Un vero e proprio parco fruibile dai cittadini ma destinato alla coltivazione: del mitico olio di Sant’Imerio.
L’area è stata infatti concessa in comodato d’uso dal Comune alla parrocchia di Bosto e al Gruppo Olivicultori Varesini, che da qualche anno a questa parte hanno fatto diventare beneficenza una piccola coltivazione di nicchia: gli ulivi sul lago di Varese. Una coltivazione solennemente benedetta ormai ogni anno, nel corso della festa di Sant’Imerio che quest’anno cade la prossima domenica, 6 febbraio 2011 (l’appuntamento con la benedizione, è alle 11, ndr). E che quest’anno avrà un’occasione di più per espandersi e diventare, per davvero, tradizione: con la nascita dell’Uliveto sul monte Bernasco, dove verranno piantati 60 ulivi all’inizio di marzo, mentre l’area circostante sarà attrezzata con un percorso pedonale e con panchine per poter godere anche della bella vista.
A presentare la convenzione siglata, questa mattina in Comune c’erano il sindaco Attilio Fontana, gli assessori Fabio Binelli, Ciro Grassia e Gladiseo Zagatto, il presidente dell’Associazione Olivicultori Enrico Marocchi (che ha portato anche i saluti del parroco di Bosto don Pietro Giola), e il presidente del Consorzio Agrario Varese, Ignazio Bonacina.
«Il progetto – ha spiegato il sindaco – è stato condiviso con la parrocchia e la circoscrizione, oltre che con il Gruppo Olivicultori. La finalità è duplice: abbiamo un parco pubblico fruibile unito alla finalità benefica, come spiegheranno ora i promotori».
L’assessore Binelli dopo aver ricordato che “il consiglio comunale si era espresso per fare della sommità di via Monte Bernasco un parco pubblico”. ha sottolineato che «E’ un luogo importante dal punto di vista paesaggistico, un buon punto di osservazione. La Parrocchia di Bosto è a capo, da alcuni anni, dell’iniziativa che promuove la produzione di olio. Ecco allora che abbiamo recepito la volontà di mettere a disposizione terreni per ampliare proprio la coltivazione. Sarà un parco tematico e accessibile alla popolazione: uniamo una nuova attività agricola con la valorizzazione paesaggistica, conciliando queste esigenze: interagiscono territorio e agricoltura per promuovere il paesaggio. E’ un primo esempio che vogliamo dare, spero seguito da altri esempi, per chi vuol fare agricoltura di qualità».
L’assessore Grassia ha espresso la volontà dell’amministrazione e dell’attività patrimonio in particolare “di valutare terreni non utilizzati da destinare a questo scopo, come può essere uno in via Vannucci”, ricordando anche la finalità benefica dell’iniziativa. L’assessore Zagatto ha poi sottolineato alcuni interventi per rendere accessibile l’area, come il camminamento da realizzare.
«L’ attività di produzione dell’olio – ha poi precisato Enrico Marocchi – è iniziata in sordina. I soldi raccolti sono stati dati in beneficenza per cose concrete: acquisto di reti da pesca per le popolazioni colpite dallo tsunami, realizzazione di pozzi per acqua in Asia, contributo per l’ asilo nido di Bosto, ricavato quest’anno il ricavato va per la sistemazione del tetto della parrocchia di Bosto. Faremo anche un percorso didattico in modo da mostrare alle scuole le varie fasi dell’ ulivo, dalla fioritura alla raccolta alla spremitura dell’ olio».
Bonacina ha spiegato come la “coltura dell’ulivo sia ripresa in modo eccellente: oggi siamo a un terzo passaggio perché l’istituzione con questa convenzione è di stimolo per l’agricoltura”. “C’è la volontà di proseguire nella coltivazione di un prodotto pregiato – ha aggiunto -: Varese come capoluogo ha il numero maggiore di prodotti tipici sul territorio. Ci sono il vino, il miele, i fiori, la verdura di Casbeno, i formaggi, i salumi. Non sono tante le città in Europa con giardini che abbiano piante in coltivazione all’interno di un giardino pubblico”.
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