Vent’anni fa iniziava la storia della Lega
Le campagne, le alleanze, le vittorie e le sconfitte. Dall'8 febbraio del 1991 il Carroccio insegue il sogno del federalismo
Vent’anni fa iniziava la storia della Lega Nord. L’8 febbraio 1991 si apriva il primo congresso del carroccio al Centro Congressi dell’Hotel Ripamontidue di Pieve Emanuele (MI). In quell’occasione Bossi presentò ufficialmente la sua idea di “Federalismo su base socio-economica”, sosteneva che l’Italia era formata da tre macro-regioni: Nord, Centro e Sud. Il 16 giugno dello stesso anno a Pontida la Lega proclama la sua "Repubblica del Nord".
Il video del discorso di Bossi:
Alle elezioni politiche del 5 aprile 1992 la Lega ottiene il primo successo alle urne aggiudicandosi 25 senatori e 55 deputati. È la XI legislatura. In quell’anno durante un comizio in Piazza del Duomo Bossi dà inizio alla campagna di disobbedienza fiscale, contro l’ISI (Imposta Straordinaria sugli Immobili) che sarà trasformata in Ici, l’anno successivo. Ancora in quell’anno la Lega "imita" la Zecca e crea le "Leghe" coniate in due tagli da 1 e da 5.
Nel 1993 la Lega conquista Milano: il 20 giugno Marco Formentini viene eletto sindaco con il 57 per cento dei voti. Nel mese di settembre la sede del partito si trasferisce in via Bellerio. Il 21 novembre, alle elezioni amministrative, la Lega ottiene la provincia di Varese con Massimo Ferrario. Sono gli anni di Mani Pulite e anche il Carroccio ne viene toccato: il 7 dicembre viene arrestato l’ex amministratore federale della Lega e braccio destro di Bossi, Alessandro Patelli con l’accusa “d’aver violato la legge sul finanziamento pubblico dei partiti e falsificazione di contabilità in concorso con altre persone”. Il 14 dicembre è convocato al Tribunale a Varese e viene arrestato Cesare Bossetti, membro del Consiglio di Amministrazione dell’Editoriale Lombarda e con le identiche accuse di Alessandro Patelli cioè: “illecito finanziamento ai partiti e falso in bilancio”. Rimarrà in carcere fino alla vigilia di Natale. A chiedere l’arresto di Bossetti è il PM (Pubblico Ministero) di Varese Antonino Abate. Il 20 dicembre Bossi si reca dal Sostituto procuratore Antonio Di Pietro a deporre in merito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la Lega. Il leader del Carroccio raccoglie 200 milioni al secondo congresso della Lega Lombarda e consegna l’assegno alla procura, la quale rifiuta e interroga Bossi che nega tutto tranne gli incontri con Carlo Sama, amministratore Montedison. Bossi diventa così indagato per concorso in violazione della legge sul finanziamento dei partiti.
Il 1994 è l’anno della nascita del Polo delle Libertà ma anche quello del matrimonio tra Umberto Bossi e Manuela Marrone che avviene il 21 gennaio a Milano. Le nozze sono celebrate da Formentini, i testimoni sono Giuseppe Leoni e Silvana Bazan.
Nel mese di marzo la Lega si allea con Silvio Berlusconi e il suo primo partito, Forza Italia e si presenta alle elezioni nella coalizione del Polo della libertà. Gli eletti del Carroccio alle politiche di marzo sono 180 tra Camera e Senato. Gli incarichi più importanti ottenuti nel primo governo Berlusconi sono assegnati a Irene Pivetti (Presidente della Camera dei Deputati), Roberto Maroni (Ministro degli Interni), Vito Gnutti (Ministro dell’Industria), Domenico Comino (Ministro delle Politiche Comunitarie), Francesco Enrico Speroni (Ministro delle Riforme Costituzionali), Giancarlo Pagliarini (Ministro del Bilancio).
L’alleanza però non dura. Il 21 dicembre, nel corso della seduta della Camera dei Deputati, il Segretario Federale Bossi, toglie la fiducia della Lega Nord al Governo Berlusconi, facendolo cadere.
Il 23 dicembre si incontra con Massimo D’Alema e Rocco Buttiglione per decidere un’alleanza che porterà all’appoggio del governo tecnico guidato da Lamberto Dini.
Per la Lega il 1995 inizia con la fiducia al Governo tecnico di Dini. Per la prima volta, al Parlamento, Umberto Bossi parla di "secessione". Il 23 aprile si va a elezioni e la Lega corre da sola. Conquista il 10,4 per cento dei voti e 87 parlamentari. Al governo salirà l’Ulivo con Romano Prodi. Il 9 luglio a Pontida, di fronte ad alcune migliaia di persone, il Senatur dichiara guerra al sistema dei partiti e annuncia la nascita del terzo Polo, quello del "Guerriero".
Ha il via in Parlamento l’iter della legge Bassanini, che introduce un nuovo criterio di attribuzione delle funzioni tra Regioni e Stato.
La nascita "ufficiale" della "Padania" per la Lega avviene nei giorni 13, 14 e 15 settembre 1996 durante la prima “Festa dell’autodeterminazione dei popoli padani”, il simbolo di questo avvenimento è il fiocco rosa. Al Pian del Re (CN), alle sorgenti del Po, Bossi dà inizio alla manifestazione riempiendo un’ampolla con l’acqua della sorgente, che verrà versata Venezia durante il discorso conclusivo.
Il 1996 è anche l’anno degli scontri di via Bellerio tra Polizia e militanti leghisti tra cui era presente anche Roberto Maroni.
8 gennaio 1997 esce il primo numero del quotidiano La Padania, diretto da Gianluca Marchi, mentre il 17 maggio inizia la riorganizzazione di Radio Varese che diventa "Radio Padania Libera" diffusa in Lombardia, in Veneto, Liguria, Piemonte ed Emilia. È anche l’anno delle fiaccolate: come quella del 9 novembre a Busto Arsizio per protestare contro le perquisizioni nelle case dei militanti.
Il 3 aprile 1998 si ha invece la prima elezione di Miss Padania a Cernobbio. Vince Sara Venturi, qualche mese più tardi nasce TelePadania e la scuola della Lega.
In quell’anno il progetto della "secessione" si affievolisce e si hanno anche i primi significativi "abbandoni" dalla lega se ne vanno alcuni importanti dirigenti.
1999: si fa più dura la battaglia sul tema dell’immigrazione e la Lega dichiara guerra alla legge Turco-Napolitano. Alle elezioni il partito raccoglie il 4,5 per cento dei consensi, un crollo rispetto ai risultati precedenti. In quell’anno Bossi si interessa alla situazione nei Balcani e incontra Milosevic. A Varese fonda la seconda Coop Padana. Nasce la Credieuronord, la banca della Lega, ma il progetto avrà un triste epilogo. Nel giugno del 2000 viene acquistato il parco di Pontida. Sono gli anni delle campagne contro le adozioni gay, l’immigrazione clandestina e la costruzione delle moschee.
Il partito si riavvicina al centrodestra ed entra a far parte della nuova alleanza, la Casa delle Libertà che nel 2001 vince le elezioni e Berlusconi torna presidente del consiglio. La Lega può contare su nuovi ministri. Inizia la campagna per la revisione della Costituzione nel senso della "devolution", un progetto che mira ad aumentare il peso delle autonomie regionali attraverso l’attribuzione di competenze esclusive. Prende dal Consiglio dei Ministri anche il Ddl Bossi-Fini. L’11 agosto 2001 muore il professor Miglio, intellettuale che aveva accompagnato Bossi nei primi anni di vita del partito. L’attività di governo continua e le campagne della Lega si concentrano sulla devoluzione e sui temi economici: nel 2002, Bossi critica fortemente l’Euro definendolo "una scelta calata dall’alto", si aggiungono attacchi alla concorrenza internazionale e la proposta di introdurre i dazi sui prodotti provenienti dalla Cina.
L’11 marzo 2004 è una giornata nera per la storia della Lega. Umberto Bossi è colpito da un ictus cerebrale, viene ricoverato in ospedale e costretto a una lunga degenza in Svizzera. Sono mesi difficili per il Senatur che tornerà sulla scena politica solo il 19 settembre nella sua casa a Gemonio.
Storica è anche la giornata del 6 marzo: Bossi tiene il suo primo comizio dopo l’ictus nella casa dell’esilio di Carlo Cattaneo a Castagnola. Il 19 giugno 2005 Bossi è in uno dei tradizionali raduni di Pontida, ma solo dal 15 novembre ritornerà a far politica a Roma ripresentandosi al Senato.
Alla fine del 2005 il Parlamento dà il via libera alla modifica della Costituzione per introdurre la devolution, riforma fortemente voluta dalla Lega. L’approvazione del testo avviene con maggioranza semplice e quest implica la necessità di indire un referendum per confermare la riforma costituzionale. Ma i risultati di quest’ultimo non vanno nella direzione sperata dal Carroccio e il tentativo di riforma della Carta fallisce.
Il 2006 e il 2007 sono gli anni del
governo Prodi, la lega passa all’opposizione e critica duramente le scelte dell’esecutivo. Gli slogan di questi anni sono: basta tasse, rivolta fiscale e giù le mani dalla famiglia. Si accende una fortissima battaglia tra governo e opposizione sulle sorti di Malpensa. I problemi del governo e il caso Mastella finiscono con la sfiducia il 24 gennaio 2008, si torna al voto.
Alle elezioni politiche del 2008 la Lega si è presentata di nuovo in coalizione con Il Popolo della Libertà e il Movimento per l’Autonomia. Al voto ottiene l’8,30% alla Camera e l’8,06% al Senato, in netto rialzo rispetto alle precedenti votazioni. Contribuisce in modo significativo alla vittoria del centrodestra e torna al governo. Il consenso tende a salire ulteriormente: alle europee del 2009, la Lega acquista il 10,22 per cento e il 12,28 per cento alle regionali del 2010.
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