Via Almirante, l’amministrazione pronta a ridiscutere la decisione
Stasera riunione straordinaria di Giunta
A Marnate l’amministrazione del sindaco Celestino Cerana sta valutando se fare marcia indietro sull’intitolazione di una via a Giorgio Almirante (foto a sinistra). Stasera si terrà una riunione straordinaria di giunta: è lo stesso primo cittadino a comunicarlo. Si è improvvisamente ritrovato con una gatta da pelare tra le mani non appena è trapelata voce della decisione della sua amministrazione di intitolare una via al segretario e leader carismatico dell’MSI nel dopoguerra ma anche capo di gabinetto ministeriale sotto al Repubblica di Salò durante la guerra civile e la lotta di Liberazione nel 1943-1945. Decisione caldeggiata in particolare dall’assessore ai servizi sociali Lorenzo Pisani, ex An. «Sta succedendo fin troppo» commenta un Cerana che probabilmente non si attendeva tanto rumore intanto a questa decisione. Gli "giriamo" la domanda proposta dal Comitato antifascista di Busto: cosa direbbe a un discendente di un partigiano, o di un deportato nei lager?
Cerana non risponde nello specifico, ma precisa che «non siamo un’amministrazione ottusa, che cioè va a testa bassa per la sua strada: siamo pronti a riconsiderare la decisione, vista l’opinione pubblica che si è mossa, e stasera prenderemo una decisione, dandone comunicazione. Se colpa c’è non è di chi ha portato avanti la cosa, ma di tutta l’amministrazione». Non si sconfessa nessuno, insomma, e l’unità della giunta non è in discussione.
Dopo la proposta, a protestare subito era stata la minoranza di centrosinistra con il capogruppo Flavio Castiglioni, ma non è certo stata la sua voce a smuovere Cerana, rieletto l’anno scorso dai marnatesi a schiacciante maggioranza. «A me dell’opposizione non interessa niente» ribatte duro «non collaborano con noi, nè noi con loro». Le relazioni in consiglio sono evidentemente pessime. «Mi interessano le altre persone, le associazioni, i tanti che mi hanno telefonato in questi giorni. Lo faccio per loro, per l’opinione pubblica». È la prima volta che l’amministrazione marnatese incappa in un intoppo di questo tipo: «In passato abbiamo fatto intitolazioni di vie a Sandro Pertini, a Gramsci, al generale Dalla Chiesa, a Walter Tobagi. Nessuno aveva detto niente, in quei casi», evidentemente i nominativi risultavano ineccepibili per i più. Non così Giorgio Almirante, figura che divide, politico indubbiamente abile e che sapeva presentarsi, di riferimento per una minoranza non trascurabile, ma detestato da troppi per la pesante eredità di regime di cui era portatore. Il regime che aveva portato l’Italia alla rovina e una servitù da cui ancora non è, nei fatti, uscita (chi ha dubbi si legga gli estratti da Wikileaks). Ricorda Cerana che «George Washington, padre degli Stati Uniti, diceva già nel Settecento che le persone hanno gli stessi diritti e doveri, che sono tutti uguali». Nobilissima concezione, della quale avrebbero potuto dirci le virtù gli schiavi africani delle piantagioni della sua Virginia. Perchè in ogni epoca storica c’è sempre stato qualcuno a cui le concezioni di eguaglianza non si applicavano nei fatti: e un altro presidente americano, Jefferson, avrebbe detto poco tempo dopo, amaramente, che la democrazia "è quando due lupi e un agnello discutono su cosa mangiare per cena".
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