17 marzo, Porfidio regala un monumento. Il Comune: “manca l’autorizzazione”

Il consigliere e candidato sindaco: "Mi boicottano". E invita lo stesso alla cerimonia. Giovedì alle 11 in piazza Garibaldi scoprirà un cubo marmoreo di un metro di lato, con il profilo dell'Italia inciso in oro

Audio Porfidio regala alla città, a spese proprie, un monumento per festeggiare i 150 anni dell’Italia unita, da mettere in una delle aiuole che sponsorizza e cura, in piazza Garibaldi, ma il Comune nicchia: manca l’autorizzazione. Doveva essere la sua "sorpresa" per la Festa nazionale del 17 marzo, ma il consigliere comunale (e candidato sindaco) de La Voce della Città giura che il monumento lo poserà lo stesso, e invita già tutti alle ore 11 di giovedì in piazza, con tanto di distribuzione di bandierine tricolori e spillette ad esaurimento. «I cittadini aprano gli occhi, e vedano chi lavora per la città…»

Il monumento è un cubo tricolore di marmo, di un metro di lato, recante il profilo dell’Italia inciso in oro e retto su uno spigolo sopra un basamento; è realizzato dalla ditta legnanese Pietro Libranti. Ma quando il consigliere pensava già di poter condurre a termine un’idea che aveva in testa da un pezzo, proprio ieri dal Comune arriva una comunicazione che lo manda su tutte le furie: manca l’autorizzazione. «Questo è un boicottaggio politico» tuona Porfidio, deciso a piantare una grana: «perchè sono candidato sindaco e perchè cerco di abbellire la città – con i miei soldi, non facendo manifestazioni di facciata con quelli dei cittadini. Busto mi ha dato tanto, e ora restituisco. Poi forse hanno visto il numero del nostro periodico "La Voce della Città", in cui scriviamo che Busto affonda e il sindaco dirige l’orchestrina come sul Titanic…»

«Perchè non si sono svegliati quando ho mandato la richiesta di occupazione di suolo pubblico? Da due-tre mesi sto dietro al sindaco per questa cosa» sbotta Porfidio. «Inizialmente avevo chiesto di poterlo mettere nell’aiuola presso la chiesetta di San Gregorio ma non si può, ci sono ancora i lavori di restauro della chiesa. In seguito il sindaco proponeva anche piazza Plebiscito, e poteva andare; poi ha investito della cosa il suo capo di gabnetto, il dottor Restelli. Dicono che "verbalmente" mi avevano detto dell’autorizzazione: ma io solo con lui ho parlato». I tempi sono andati allungandosi. «Dopo ripetute telefonate alla segreteria del sindaco, che non trovavo, ho deciso di metterlo in piazza Garibaldi, sulla rotonda verso via Galilei (quella che continua via Mameli oltre il viale della Gloria ndr) che già sponsorizzo»: quale posto migliore, dato il nome che la piazza reca fin dal 1863? «Così ho protocollato il 24 febbraio scorso la richiesta per chiudere la strada il mercoledì pomeriggio 16 sul tardi per posare il monumento e poterlo inaugurare il giorno dopo». Nel frattempo tramite Restelli giunge al consigliere una nuova proposta: quella di mettere il monumento davanti alla casa di riposo per anziani La Provvidenza. Porfidio dice no («costa migliaia di euro quel monumento, non lo faccio morire lì fra i parcheggi: è di pregio»): piuttosto davanti al Tempio Civico, replica. La questione resta in sospeso e la tempesta politica montante, con la spaccatura Lega-PdL, non aiuta.
Poi la doccia fredda: ieri pomeriggio, lunedì, in risposta a un sollecito-conferma di Porfidio arriva comunicazione da Palazzo Gilardoni che "l’operazione necessita di autorizzazione comunale" per la quale serve un’istanza completa di planimetria, progetto esecutivo, deposito dei calcoli strutturali, fotografie dello stato dei luoghi. "Fino all’eventuale rilascio di tale autorizzazione" non si potrà concedere "la chiusura e occupazione del suolo pubblico per il 16 e 17 marzo". Questo viene comunicato il 14 marzo: diciotto giorni dopo la prima richiesta, quattro giorni dopo che anche il comando di Polizia Locale era stato informato dell’operazione di posa, e tre giorni prima della prevista (da Porfidio, ma non dal Comune ndr) inaugurazione. Il consigliere corre ai ripari e stamattina stessa all’apertura degli uffici comunali fa pervenire tutti i documenti richiesti, oltre a inoltrare una protesta al settore opere pubbliche in cui parla di "colpevole ritardo" nel comunicare l’iter burocratico del caso, per il quale non vi sono più i tempi tecnici. Dal Comune replicano in mattinata che la richesta di Porfidio del 24 scorso era valida solo per l’occupazione di suolo pubblico, e non per la posa del monumento; e che semmai quest’ultima avrebbe dovuto precedere la prima. Di conseguenza, "non è stata negata alcuna autorizzazione", perchè quest’ultima non è mai stata richiesta.
Dietro questo pasticcio burocratico c’è indubbiamente un’operazione avviata in tempi stretti dall’interessato, ma anche un Comune che non è certo stato un fulmine di guerra nell’accogliere l’iniziativa di Porfidio.
La prossima "puntata" si vedrà mercoledì dalle 19, quando il consigliere cercherà comunque di far posare l’opera per poterla inaugurare il giorno dopo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2011
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