Al Sociale si proietta “Uomini Contro”

Il film manifesto antimilitarista di Francesco Rosi fa parte della rassegna per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Verrà proiettato lunedì alle 14,30

Prosegue al teatro Sociale di Busto Arsizio la rassegna «Per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia: il cinema racconta», promossa da Agiscuola e da Miur – ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in una ventina di città italiane.  Dopo «Le cinque giornate» di Dario Argento e «Correva l’anno di grazia 1870» di Alfredo Giannetti, la sala di piazza Plebiscito apre le porte alla proiezione del film «Uomini contro» di Francesco Rosi, con Gian Maria Volontè, Pier Paolo Capponi, Mark Freccette e Alain Cuny. La pellicola, liberamente ispirata al romanzo «Un anno sull’altipiano» di Emilio Lussu e sceneggiata da Tonino Guerra e Raffaele La Capria, porta lo spettatore sull’altopiano di Asiago, negli tra il 1916 e il 1917.

Qui i soldati italiani, comandati dal generale Leone, cercano disperatamente, con grande dispendio di vite umane, di conquistare una fortezza austriaca sul monte Fiore. Di fronte all’assurdità del massacro molti militari disertano, altri si procurano volontariamente delle ferite, altri ancora, come il sottotenente Ottolenghi, incitano la truppa alla disobbedienza o, come il tenente Sassu, rivedono criticamente il proprio iniziale entusiasmo. Quando, al culmine dell’esasperazione i reparti si ribellano rifiutandosi di andare a morte sicura, Sassu, portavoce di quei tanti giovani interventisti che divennero, nel sangue e nel fango delle trincee, consapevoli della folle inutilità di una guerra lontana dagli ideali del Risorgimento, è con loro e cerca di impedire la decimazione della truppa, finendo con l’essere giustiziato per ribellione.

«Uomini contro» è un vibrante manifesto antimilitarista che, nel clima di polemica rivisitazione critica della storia nazionale, a ridosso dell’ondata di contestazione del Sessantotto, denuncia la natura di crudele e inutile massacro del primo conflitto mondiale, che la retorica bellicista aveva sempre celebrata come evento glorioso, fondativo della coscienza e dell’unità nazionale.  «Il film -raccontano da Agiscuola- si oppone, in nome della pace e del rispetto dell’uomo verso l’uomo, ad ogni conflitto, pur nella consapevolezza che l’umanità potrà difficilmente superare gli scontri tra le nazioni senza adoperare le armi. Non per niente, Tocqueville affermava che «la guerra è l’ultimo e definitivo atto della politica»». L’appuntamento, a ingresso gratuito, è programmato per lunedì 21 marzo, alle ore 14.30. La presentazione della pellicola sarà a cura di Delia Cajelli, direttore artistico del teatro Sociale di Busto Arsizio.

La rassegna «Per i cento cinquant’anni dell’Unita’ d’Italia: il cinema racconta», che si chiuderà venerdì 1° aprile, sempre alle ore 14.30, con la proiezione del film «Noi credevamo» di Mario Martone, è stata realizzata a Busto Arsizio grazie all’amministrazione comunale, all’Itc «Enrico Tosi» (che ha firmato con Agiscuola una convenzione nell’ambito del progetto nazionale «Carta Io Studio») e alla società «Il teatro Sociale» Srl. Quattro le scuole che stanno prendendo parte all’intero ciclo di proiezioni: oltre all’ ITC «Enrico Tosi», l’Ipc «Pietro Verri», l’Itis «Cipriano Facchinetti» e il liceo scientifico «Arturo Tosi». Venerdì 1° aprile il film di Martone verrà proiettato anche in orario serale, alle ore 21.00, nell’ambito della rassegna «Italia, una storia lunga 150 anni». Il costo del biglietto per la proiezione serale è fissato ad euro 5,00, la pomeridiana, riservata alle scuole secondarie di secondo grado della città, è a ingresso libero e gratuito.

Per informazioni
è possibile contattare la segreteria del teatro Sociale di Busto Arsizio al numero 0331.679000, in orario d’ufficio, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00; il sabato, dalle 9.30 alle 12.00.

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Pubblicato il 19 Marzo 2011
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