Che fa il paziente se i medici sono in disaccordo?

La testimonianza di un lettore sul dissidio tra medico di base, guardia medica e medico di pronto soccorso, ci permette di chiarire alcuni aspetti dell'organizzazione sanitaria

Egregio direttore,

le racconto un caso molto spiacevole capitato al pronto soccorso di Gallarate.
Premetto che personalmente in questo ospedale ho usufruito quasi di 10 visite mediche negli ultimi mesi e le prestazioni sanitarie sono state buone, quindi non critico l’ospedale. È capitato che mia mamma avesse bisogno urgente di un medico, dietro nostra insistenza intervenne la guardia medica, fu categorica, ricovero in ospedale, il giorno dopo interpellato il medico di base, stessa decisione, ricovero in ospedale. Portata al pronto soccorso di Gallarate, il medico di turno respinse la richiesta di ricovero “perché il paziente poteva essere curato a casa”.
Dopo tre giorni di “cura a casa” mia mamma peggiorò e il medico di base reiterò la decisione di un ricovero ospedaliero, anche con parole dure e decise.
Il 10 marzo 2011 verso le 14 la portammo di nuovo al pronto soccorso, dove il medico di turno ha tentato di respingere il paziente con modi poco etici e professionali.
Mi interessa mettere a fuoco questa situazione paradossale dove da un lato la guardia medica decide un ricovero, il medico di base decide per il ricovero, ma il medico del pronto soccorso non è dello stesso parere.
Capisce che situazione il cittadino deve affrontare in certi casi importanti per la salute?
La situazione si è risolta quando mio fratello discutendo animatamente con il medico del pronto soccorso, ha chiamato al telefono il medico di base esponendogli la difficile situazione, poi ha passato la comunicazione al medico del pronto soccorso i due medici hanno discusso al telefono.
Dopo qualche minuto la decisione di ricovero in un ospedale distante circa 30 KM, non c’erano posti letto né a Gallarate né a Somma Lombardo.
Dopo la decisione del ricovero il medico del pronto soccorso ha chiuso la sua “ missione” e scocciato ha riferito a mio fratello una frase sarcastica tipo “avete ottenuto quello che volevate, se tutti facessero così”. Per ora non faccio commenti ho esposto solo i fatti.
Grazie per l’attenzione.

Felice Ferrazza – Gallarate

 

La redazione ha interpellato sia l’Azienda ospedaliera di Gallarate sia l’Asl di Varese ( in qualità di ente di controllo e coordinamento sanitario). Riportiamo di seguito entrambe le posizioni
 
Azienda ospedaliera di Gallarate:
« In merito alla segnalazione di venerdì scorso relativa alla discordanza sulla necessità di ricovero,  il direttore del Pronto Soccorso ha riferito che l’indicazione del medico di famiglia o del  medico di continuità assitenziale deve poi essere rivalutata dal medico di pronto soccorso, il quale dopo l’esame clinico e aver considerato tutti i parametri decide sotto la sua responsabilità il percorso terapuetico più appropriato per il paziente. In alcune situazioni contingenti potrebbe esserci una carenza di posti letto disponibili. In questo caso, comunque, il personale del Pronto soccorso provvede alla ricerca del posto letto in altro ospedale  e del conseguente trasferimento del paziente con prorpio mezzo e personale di assistenza. La disponibilità di posti letto viene  rivalutata dal Pronto soccorso durante l’arco della giornata e in attesa di dimissioni programmate dai reparti, i pazienti sono trattenuti e assistiti in pronto soccorso proprio per evitare trasferimenti disagiati per  loro e i famigliari. Comunque, mai il paziente viene dimesso se necessita di terapie in regime di ricovero».
 
La risposta del direttore dell’Azienda sanitaria locale Pierluigi Zeli
«Al quesito da posto si ritiene di rispondere come segue: nel caso in cui il medico di famiglia ritenga di prescrivere un ricovero ad un suo paziente, fonda generalmente la propria decisione su due strumenti: l’anamnesi e la visita medica. Tale richiesta assume la connotazione di "proposta di ricovero"Invece il medico di Pronto Soccorso, cui spetta la decisione finale, ha la possibilità di approfondire meglio il caso mediante l’utilizzo di strumenti come le analisi di laboratorio, le indagini radiografiche ed ecografiche ed altre indagini ancora che il medico può richiedere in regime d’urgenza, mantenendo il paziente in osservazione». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Marzo 2011
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