“Ecco come stiamo aiutando il Giappone”

La vita a Tokyo, tra scaffali dell'acqua vuoti e le notizie sulla radioattività negli alimenti. Si organizzano raccolte di generi alimentari da destinare alle zone colpite e non ancora raggiunte dai soccorsi

Voglia di normalità. È questo il comprensibile refrain che si legge nell’ultima corrispondenza da Tokyo arrivata da Erica Borile, che tra le prime, tra le nostre connazionali, ha raccontato gli istanti del terremoto, la paura e la vita del Giappone colpito da terremoto, tsunami e crisi nucleare. Ecco il suo racconto, a quasi due settimane dal sisma.

erica foto giapponeGiovedì 24 marzo. E’ il terzo giorno di lavoro dopo la "pausa" che ha seguito il terremoto e i conseguenti disagi, e domani saranno 2 settimane esatte dal giorno del terremoto.
Ogni giorno andando in ufficio passo per l’incrocio dove mi ha sorpreso la scossa e ripenso a quei lunghi attimi con incredulità.
In ufficio il lavoro procede ancora un po’ a rilento, ma la stanchezza accumulata nei giorni scorsi e la tensione che ancora viviamo si fanno sentire. Mentre tentiamo di riprendere tutte le questioni in sospeso e di tornare alla normalità, allo stesso tempo dobbiamo tenere l’orecchio teso alle ultime notizie per sapere come si evolve la situazione e che cosa ci attende nei prossimi giorni.
La situazione alla centrale nucleare di Fukushima e’ ancora molto instabile, e a notizie positive come quella del riallacciamento al circuito elettrico esterno si susseguono subito altre meno belle, come la sospensione delle operazioni per un improvviso aumento delle radiazioni o per la fuoriuscita di fumo da uno dei reattori. E` un po’ come stare in altalena. Ma non ci abbattiamo e speriamo che riescano a rendere la situazione stabile il prima possibile, cosi` da poter avere un’idea più chiara di cosa ci aspetta nei prossimi mesi e da potersi concentrare sull’aiuto ai superstiti.
E’ questa infatti la parola d’ordine degli ultimi giorni. Intere zone non sono ancora state raggiunte dai soccorsi, e anche quelle dove e` stato possibile arrivare hanno estremo bisogno di beni di prima necessita’. Dal momento che a Tokyo sono stati istituiti molti punti di raccolta a cura di varie NPO (associazioni no profit ndr), questo fine settimana con alcuni amici tenteremo di mettere in piedi un gruppo di acquisto per comprare il materiale di volta in volta necessario e portarlo a chi si occuperà di spedirlo e distribuirlo.
Anche al lavoro stiamo valutando come poter aiutare. Sul nostro sito internet (VERA@ITALIA http://www.veraitalia.jp/ mail: info@veraitalia.jp ) di vendita di prodotti eno-gastronomici italiani vorremmo creare una selezione di prodotti dedicati all’emergenza. Acquistandoli sara’ possibile fare una donazione, dal momento che una parte del ricavato andra’ alle associazioni che operano nella gestione dell`emergenza. Ovviamente per chi lo vorra` sara` anche possibile spedire i beni acquistati direttamente alle NPO e ai centri di accoglienza (laddove le condizioni delle strade e di sicurezza lo permettono).
Insomma, donazioni, volontariato, acquisti solidali: tutti tentano di fare la propria parte. Chi ha la possibilita’ si prepara anche a partire per il nord-est per aiutare concretamente negli sforzi.
In citta’ l’attenzione e’ anche rivolta al livello delle radiazioni e alle conseguenze sulla nostra vita quotidiana e sull’alimentazione. E’ di ieri la notizia che nell`acqua dell`Acquedotto di Tokyo e’ stata registrata una presenza di elementi radioattivi superiore al limite ritenuto sicuro per i bambini al di sotto dell’anno. Da qui l`invito tempestivo del governo a non far bere l’acqua del rubinetto ai bambini e a non usarla per cucinare le loro pappe.
La notizia di una – seppur lieve – contaminazione dell’acqua di Tokyo e dintorni era gia’ nell’aria, e l’annuncio formale di ieri ha buttato benzina sul fuoco delle preoccupazioni dei residenti. Il risultato e’ stato che le bottiglie di acqua sono letteralmente scomparse dagli scaffali di negozi e supermercati. Confesso che anche la sottoscritta si e’ lasciata influenzare questa volta, e con fatica e’ riuscita ad assicurarsi un paio di dozzine di bottiglie.
L`allarme pero’ sembra essere gia’ rientrato (ore 19:30 di giovedi` 24): e’ del dopopranzo l’annuncio che le analisi condotte in data odierna hanno confermato che il livello di radioattivita’ e’ tornato sotto il livello di guardia e per il momento non sembra destinato ad aumentare. Forse si e` trattato di un effetto delle piogge degli ultimi due giorni.
L’altro scottante problema riguarda le verdure a foglia e il latte. Come e’ stato riportato anche dai quotidiani italiani, e’ stata proibita la messa in commercio di alcune partite dei suddetti alimenti provenienti dalle zone circostanti la centrale di Fukushima, dal momento che era stato riscontrato un livello di radiazioni troppo alto. Nei supermercati sono andate a ruba nel giro di poche ore molte delle verdure fresche provenienti da altre zone, mentre tutti i prodotti ortofrutticoli delle prefetture "incriminate" rimangono intoccati sugli scaffali. Ovviamente nessuno se la sente di correre dei rischi inutili, ma se da un lato siamo preoccupati per noi e le nostre famiglie, dall`altro mi viene anche da chiedermi quale sara` il destino degli agricoltori e delle aziende del settore operanti nelle zone colpite dal terremoto, per i quali ai danni gia` subiti si vanno a sommare queste ulteriori perdite….
Chissa quanto ci vorra’ perche’ possano tornare a qualcosa di simile alla normalita’?

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Pubblicato il 24 Marzo 2011
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