“Il miracolo superfluo”, come raccontare Dio ai propri figli

La nuova fatica letteraria del regista Gilberto Squizzato, presentata alla Boragno, affronta il tema della religione in un mondo che non ha più parole per raccontarla

E’ un periodo molto proficuo per Gilberto Squizzato. Dopo essersi occupato della Rai nel libro “La televisione che non c’è” ora è il momento della religione. Ed è nella galleria della libreria Boragno, con l’aiuto di Marisa Ferrario Denna, che Squizzato presenta il suo ultimo lavoro dal titolo "Il miracolo superfluo".

«Ho scritto questo libro -ha detto- per saldare un debito con i miei figli che, da credente, non ho battezzato perchè volevo lasciare a loro la scelta». Il libro è quindi una sorta di viaggio nella contemporaneità per cercare di far fronte alle nuove sfide della realtà e spiegarle con parole semplici, sopratutto ai più giovani. Per questo motivo, il volume affronta molte tematiche con una miriade di note e citazioni che pungolano il lettore con continue provocazioni. «Mi sono reso conto che nella società di oggi non c’erano più parole per raccontare Gesù sopratutto ai giovani» e quelle che ci sono «come peccato, colpa, redenzione hanno perso gran parte del loro significato».

Una delle prime esigenze è così quella di tornare alle origini «scrostando tutte le “prestigiose incrostazioni” che nel tempo hanno ricoperto il messaggio di Cristo» e uno dei metodi sarebbe quello di «rivedere il formulario della liturgia». La teoria del peccato originale, il credo o sant’Agostino «vanno profondamente rispettati per ciò che hanno significato ieri» ma oggi «ce ne facciamo ben poco».
Nel libro viene poi affrontato il tema del rapporto scienza e religione che «non si scontrano né trovano punti in comune perchè si occupano di questioni diverse» o la critica a parte del clero si sarebbe impossessato del «monopolio delle interpretazioni delle scritture» ma anche il ruolo politico della Chiesa. Ampio spazio ricopre poi la questione di Dio. Quello che ci troviamo davanti è un Dio che «non riesce a sconfiggere il male» e che «ci porta a fare scelte terrificante come quelle in Libia: bombardare Gheddafi o fargli massacrare civili?». Nel libro ci si confronta così con un Dio che «non è perfetto, ma proprio questo è il suo bello».

Quella che traspare dalle parole di Squizzato è un’idea molto diversa dalla dottrina ortodossa della religione cristiana, in cui si nutre «profondo rispetto a chi ha il dono di non credere» e in cui la preghiera non è il ripetere «sempre le solite formule ma accettare la sfida di dare del tu al mistero».
“Il miracolo superfluo” risulta così un libro che affronta temi complessi, ma lo fa in modo semplice e alla portata di tutti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2011
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