Il tumore al seno non deve far paura

Primo corso all'ospedale di Circolo della Società italiana di senologia. Civolti gli infermieri, il personale che segue da vicino e supporta il paziente

La senologia varesina ha conquistato un ruolo nel panorama nazionale. È questo il senso del corso che si è svolto questa settimana all’ospedale di Circolo e che ha coinvolto le infermiere provenienti da diverse aziende del territorio e no. Per la prima volta, la Società di Senologia italianaha organizzato un corso a Varese. Un riconoscimento per un lavoro che ospedale e università, supportati dal mondo del volontariato e dall’Associazione Caos in particolare, stanno portando avanti.

Il corso era dedicato a chi si trova in prima linea vicino alla paziente, raccogliendone gli umori, le paure e aiutandola ad affrontare il percorso terapeutico. Diverso il vissuto di ciascuna delle presenti in aula. 
«La comunicazione è fondamentale perché la donna ha bisogno di essere ascoltata e compresa. Il momento della consapevolezza è tragico e lì bisogna intervenire per far capire che lungo il cammino non si è mai soli. Tanti sono gli step ma tutti sostenuti da una guida sempre presente».

L’approccio multidisciplinare realizzato all’interno della senologia varesina si può considerare un fiore all’occhiello, una realtà non molto diffusa a livello nazionale : « A Varese, le donne sono fortunate – commenta un’infermiera di Pistoia – da noi siamo ancora alla discussione sulla necessità della figura dell’infermiere accanto al medico…».

Presa in carico, assistenza e comunicazione sono le linee guida che la professoressa Rovera e il suo staff  seguono costantemente: «Occorre, però, anche un supporto continuo ai parenti – commenta un’altra infermiera – ho visto scene di disperazione di persone che non hanno retto la battaglia contro la malattia del proprio congiunto».


Per venire incontro alle esigenze, ai dubbi, alle preoccupazioni delle donne, la Senologia varesina ha attivato un numero di cellulare, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 dove specialisti aiutano ad affrontare ogni singola questione: « È importante far sapere alle donne che non sono sole – spiega la professoressa  Francesca Rovera, responsabile del Centro di ricerca in Senologia dell’Università dell’Insubria – con il numero 335 5738663 noi siamo a disposizione costantemente. Perché la paura è un nemico da combattere. Il cancro si può guarire: bisogna affrontarlo, sconfiggerlo. E noi siamo sempre al fianco delle donne in questa battaglia. Le aiutiamo a percorrere la strada, sostenendole e indicando loro la via».

Testimonianza particolarmente apprezzata è stata quella della professoressa Gemma Martino – figura che ha fatto la storia dell’oncologia del nostro Paese con Umberto Veronesi all’Istituto Tumori di Milano , ora Direttore di METIS Milano: «
La comunicazione in ambito sanitario e segnatamente in campo oncologico  è al tempo stesso interazione fra dato oggettivo e soggettivo. 
Il suo non è un generico decidere, ma un decidersi poiché è in gioco la sua identità: ne va di lui. L’esperienza di malattia tocca l’identità della persona, smentendo o confermando le sue buone ragioni per vivere. Quindi il rapporto tra curante e paziente è relazione moralmente rilevante, mai eticamente neutra. Il compito è creare le condizioni perché il soggetto, lui e solo lui, possa decidersi, non nonostante la malattia, ma attraversandola, all’interno di una relazione umanamente pregnante. Di qui l’importanza non solo del dato anamnestico fisio/patologico, ma della storia del soggetto, della narrazione della sua vita. Alla domanda: cosa fare? si può pertinentemente rispondere: Dipende. Inizia a raccontami la tua storia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Marzo 2011
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