In campagna elettorale i frontalieri vanno a ruba
Mentre l'Udc ticinese pubblica l'ultima puntata di Bala i ratt la Lega di Bignasca pubblica manifesti che chiedono di dare la precedenza ai lavoratori ticinesi
Nove frontalieri, guidati dall’avvocato Paolo Bernasconi, avevano chiesto al giudice di poter visionare in anteprima la terza puntata dei manifesti del filone "Bala i ratt". Una richiesta che aveva lo scopo di impedire la pubblicazione di contenuti offensivi ai danni dei lavoratori e degli immigrati in Ticino. Ma l’istanza è stata "bruciata" domenica dall’uscita, prima della sentenza, dei manifesti sul settimanale "Il Caffè". Il processo di ieri a Lugano ha visto comunque comparire sia il legale del lavoratori che il politico dell’Udc ticinese e ideatore dei manifesti, Pierre Rusconi. La nuova campagna, pubblicata sulle pagine del giornale elvetico e che sarà diffusa sulle strade del Canton Ticino, riporta la scritta "Sem a la früta": ci sono come sempre i tre rattoni famelici che si spartiscono, questa volta, un grosso grappolo di uva.
La "serie" Bala i ratt – I tre episodi, ai quali si aggiunge il manifesto con il topo-frontaliere che mostra il suo "lato B", contenevano tre messaggi diversi. Il primo spiegherebbe quali sarebbero, secondo l’Udc ticinese, i tre problemi del Canton Ticino (l’invasione della manodopera dalle province italiane di confine, l’immigrazione senza controllo e le politiche fiscali del ministro Tremonti), il secondo raffigurava invece dei gatti addormentati a rappresentare quei partiti che avrebbero lasciato conquistare "il formaggio svizzero" e infine l’ultimo, "sem a la früta", ossia il risultato dei precedenti.
I frontalieri anche sui manifesti della Lega – Purtroppo il fatto che le discusse puntate di "Bala i ratt" sembrano essersi, almeno per il momento, concluse non lascia tranquilli i nostri connazionali che lavorano nel vicino Cantone. Anche la Lega dei Ticinesi in campagna elettorale li ha portati anche sui manifesti (foto a lato scattata in una via di Locarno). "Lavoro: prima i ticinesi!" recita il cartellone "35.000 frontalieri bastano!". Solo pochi giorni fa inoltre il consigliere del partito di Bignasca, Lorenzo Quadri, aveva presentato una nuova interrogazione sul tema: «il numero dei lavoratori frontalieri in Ticino continua ad aumentare – si legge nel documento con il quale il politico chiede l’intervento della Confederazione -. Pare pacifico che siano in corso delle turbative del mercato del lavoro ticinese, che invocano l’adozione di clausole di salvaguardia, peraltro previste dagli Accordi bilaterali, in particolare l’introduzione di contingenti sul numero dei frontalieri, per lo meno in alcuni settori professionali».
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