La BTicino produrrà anche in India
Inaugurato il nuovo centro di formazione tecnica. Paolo Perino (amministratore delegato): «Abbiamo nuovi prodotti concepiti nella nostra sede di Bergamo che potremmo produrre nei mercati emergenti»
Alla BTicino di Varese, a mezzogiorno, suona la sirena. «Questa è ancora una fabbrica» fa notare un dirigente. Gli operai vanno verso la mensa, nel momento stesso in cui i vertici della multinazionale, che fa capo al gruppo francese Legrand, inaugurano il nuovo centro di formazione tecnica “BTicino Innotech”: tre aule didattiche all’avanguardia, dove si studia la teoria e la pratica con uno sguardo di quanto si fa nel mondo nel settore degli interruttori e dei quadri elettrici. Un’area di 850 metri quadri con 24 postazioni di lavoro, 20 posti per il cablaggio e una sala conferenze per 50 persone. Il tutto costruito senza stravolgere l’antica architettura industriale degli anni Sessanta voluta dal fondatore Luigino Bassani.
«Siamo in una fase di rinnovo profondo di offerta di prodotto ad alto contenuto tecnologico– spiega Paolo Perino, amministratore delegato e direttore generale della BTicino – e stiamo allargando la nostra proposta commerciale. Il nuovo centro di formazione è anche un modo per farli conoscere».
Nonostante la crisi, che la BTicino ha affrontato investendo in ricerca e sviluppo, l’azienda di viale Borri ha acquisito un’altra società i Reggio Emilia, la Metasystem. Non si tratta di un colosso, ma di una piccola azienda specializzata nella produzione di gruppi di continuità per il fotovoltaico, con 50 addetti, 16 milioni di fatturato e una serie di brevetti interessanti. Sono tutti segnali positivi, indizi incoraggianti che però non rappresentano ancora il superamento della grande crisi. «C’è stata una leggera crescita – continua Perino – ma forse più che una ripartenza ci troviamo di fronte a un rimbalzo, dovuto alla crescita enorme del fotovoltaico che ora viene messa in discussione dallo stop agli incentivi. La nostra quota di esportazione rimane del 40 per cento che è piuttosto alta, ma il vero problema è rappresentato dalle diverse velocità di crescita tra i vecchi mercati e quelli dei Paesi emergenti, come l’India, il Brasile e la Cina. Un differenziale che comunque noi controlliamo».
Controllare per la BTicino non significa esportare necessariamente prodotti nei paesi emergenti, anche perché i volumi sono quelli che sono. «Noi esportiamo know-how, del resto investiamo il 7% del fatturato in R&S (ricerca e sviluppo, ndr) – conclude l’amministratore delegato -. Ad esempio, abbiamo nuovi prodotti concepiti nella nostra sede di Bergamo che potremmo produrre in India. In questo modo si possono attaccare quei mercati in modo competitivo, tenendo qui la testa dell’azienda. I prodotti made in BTicino sono già word wide».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
GrandeFratello su Coppa Italia di hockey, la "follia ragionata" che torna a Varese per la terza volta
ccerfo su Fontana invita Trump alle Olimpiadi invernali del 2026: "Lo aspettiamo in Lombardia"
Ambro Ribo su Riconoscimenti a Varese: il valore della Polizia Locale lombarda sotto i riflettori
gokusayan123 su Spaccio nei boschi, sindaci della Valcuvia in prima linea: “Introduciamo le zone rosse”
Sergio Falcier su Dalla banca della memoria alla radio dei giovani: Angera vuole "diventare meta turistica 12 mesi l’anno"
Felice su Settimana della Sicurezza al Falcone di Gallarate: fuori presidi e polemiche "contro la militarizzazione"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.