Le imprese globalizzate “rompono” i confini del distretto
Reti lunghe, global city region, piattaforme territoriali. La globalizzazione ha imposto nuovi confini all'imprenditorialità. La lezione del sociologo torinese Arnaldo Bagnasco alla facoltà di economia dell’Insubria
«E’ necessaria una politica nazionale per lo sviluppo locale». L’appello è del noto sociologo torinese Arnaldo Bagnasco, ospite della facoltà di economia dell’università dell’Insubria, dove ha tenuto una lezione sul tema della "Imprenditorialità e innovazione nel territorio: uno sguardo fra economia e società". Insieme a Bagnasco, due docenti dell’Insubria esperti di territorio e imprenditorialità: Gioacchino Garofoli e Lelio De Michelis.
Lo sguardo di Bagnasco è rivolto ai cambiamenti dei distretti industriali italiani (e non solo) ai tempi della globalizzazione che ha introdotto nuovi riferimenti territoriali. Il sociologo torinese cita infatti le «global city region», nelle quali fa rientrare il nord Italia (26 milioni di abitanti), la Catalogna (7 milioni), la Baviera (12 milioni). «In queste aree – spiega Bagnasco – si concentrano i beni, i servizi e soprattutto l’innovazione. E naturalmente aumentano gli attori sociali».
Non è che i distretti industriali, quelli che si sviluppavano in paesi e città di medie dimensioni, siano scomparsi. La prossimità territoriale – e la provincia di Varese ne è una prova – genera ancora sistemi produttivi interessanti. Il fatto nuovo è che i sistemi territoriali tendono a combinare fattori diversi, più innovativi, più forti, per aumentare la loro competitività sui nuovi mercati.
(foto, da sinistra: Bagnasco, Garofoli e De Michelis)
«Le imprese locali – continua Bagnasco – formano reti lunghe con attori esterni al distretto, ciò accade quando ad esempio bisogna approvvigionarsi di tecnologia. Non si tratta di aziende necessariamente lontane, ma che non fanno parte del distretto e interagiscono con attori su un’area più vasta, spesso regionale che poggia su un ricco giacimento di capitale sociale».
Un esempio di queste reti lunghe lo abbiamo proprio in casa nostra: il neonato distretto aerospaziale lombardo, che ha come capofila Varese, coinvolge distretti di altre province lombarde e soprattutto attori istituzionali che vanno oltre la dimensione provinciale, nel caso specifico la Regione Lombardia.
Rimane aperta una questione importante: chi gestisce la governance di questi sistemi territoriali? “Governance” è una parola che va molto di moda e che viene spesso confusa – sbagliando – con l’atto politico del governare. «La governance – conclude Bagnasco – è il modo in cui vengono prese le decisioni. Alla governance partecipano tutti gli attori sociali del territorio, non solo le istituzioni politiche. E un sistema locale è accettabile quando la governance tiene insieme sviluppo e coesione sociale».
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