Nuovi mostri dal lago: ecco il temolo russo
Oltre 30 chili, pescato con una rete. Ma l'ittiologo avverte: “Il lago nasconde altre creature sconosciute”
«Tutta colpa della Cortina di ferro, che li ha fatti arrivare». Comunisti? No, temoli russi, siluri &Co.
Parole di Natale Giorgetti, papà dell’Onorevole, che la butta in politica sorridendo: la sua cattura di ieri infatti è un vero e proprio record e allo stesso tempo rebus per gli ittiologi: a venire a galla è stato un temolo russo di oltre 32 chili. «Pescavo tra il Pizzo di Bodio e Cazzago con reti da 60 millimetri – spiega il pescatore. Si tratta di attrezzi per catturare pesci oltre il chilo. Succede che a un certo punto tiro su, e la rete non si muove. Ho pensato ad un ostacolo del fondo, visto che eravamo sotto di 10 metri. Invece ecco questo bestione qui, che sul lago di Varese non si è mai visto». L’esemplare è stato segnalato alla Provincia che ha mandato degli esperti, i quali non hanno avuto dubbi: temolo russo. «Avevo preso prima d’ora tantissimi pesci gatto, e siluri – racconta Giorgetti. Anche animali su 45 chili, tutta roba che qualche intelligentone ha inserito nel lago di Varese. Ma questo temolo russo non l’ho mai visto».
Ma cosa nasconde ancora questo lago dagli scorci incantevoli, che negli anni passati ha rischiato di lasciarci le penne per l’eccessivo inquinamento, e che oggi non smette di sorprendere? «Tanti pesci nuovi», dice senza esitare Pietro Ceccuzzi, ex ricercatore dell’Insubria, ora impegnato con progetti della provincia di Novara. «Questo animale, il temolo russo, è un ciprinide, a differenza del temolo nostrano, che è un salmonide e che nel lago di Varese difficilmente potrebbe resistere. Arriva dall’Asia. E’ un animale prevalentemente vegetariano ma non si esclude che possa divenire onnivoro con queste pezzature. Davvero sorprendente: sono rimasto a bocca aperta quando ho visto la foto». E poi? Cos’altro c’è sott’acqua? «Ci sono sicuramente i Clarias Gariepinus. Sono pesci che arrivano dall’Africa e che possono raggiungere fino a 60 chili, anche loro onnivori, ma per fortuna non si riproducono con facilità. Poi c’è anche l’Iscalurus Puntatus, meglio noto come “Pesce Gatto americano”: restò 2 anni fa nelle reti, ne vennero pescati alcuni esemplari di una quindicina di chili».
Ma da dove arrivano tutti queste specie? «Vengono importati a volte nei laghetti privati per pesca sportiva e poi rilasciati. Un fenomeno scandaloso che dovrebbe venir monitorato con attenzione dalle autorità».
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