Reti d’impresa: agevolazioni fiscali e coraggio di cambiare

L’Università Cattaneo - Liuc di Castellanza ha dedicato un incontro al contratto di rete. Analizzati gli aspetti giuridici, il ruolo di Confindustria e gli esempi sul territorio

 Liuc - da sinistra: professor Fiorenzo Festi, Vittorio Gandini, direttore di Univa, professor Giuseppe ZizzoE’ da tempo che l’Unione egli industriali della provincia di Varese insiste sul tema delle reti di impresa, come risposta alla globalizzazione e alla crisi. Michele Graglia, presidente dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, l’aveva ribadito nella sua relazione dal titolo “Metamorfosi” all’assemblea generale di Malpensafiere nel 2010. Il sistema produttivo del territorio da parte sua ha risposto con tre iniziative che possono definirsi simboliche perché inserite insettori strategici per l’economia nazionale: l’aerospaziale (Distretto aerospaziale lombardo), l’energetico (Energy Cluster) e la mobilità sostenibile (Infrabuild). La stessa strada stanno percorrendo gli artigiani varesini (Cna e Confartigianato) nel settore meccanico con il progetto Mech-Net.
«La metamorfosi imposta dai profondi mutamenti globali – dice Vittorio Gandini, direttore dell’Unione degli industriali della provincia di Varese – passa anche attraverso nuovi modi di collaborare. Le Pmi (piccole e medie imprese, ndr) mettendo a fattor comune alcune competenze, possono riuscire insieme ad ottenere sui mercati risultati superiori a quelli che potrebbero avere andando separati. In questi casi non vale più la regola 1+1=2, ma 1+1 deve dare almeno 2,5. L’aggregazione genera valore aggiunto difficile da raggiungere da soli».
Le imprese che decidono di mettersi in rete ora hanno anche a disposizione una tipologia contrattuale specifica, che gli permette di inquadrare giuridicamente queste aggregazioni. L’Università Cattaneo – Liuc di Castellanza ha dedicato al contratto di rete un incontro in cui sono stati analizzati gli aspetti giuridici, il ruolo di Confindustria e gli esempi sul territorio.
Il contratto, così come previsto dal legislatore, presenta luci e ombre. Tra le luci ci sono le agevolazioni fiscali, anche se Fiorenzo Festi, docente di diritto privato alla Liuc, ricorda che «è il mercato che spinge gli imprenditori ad aggregarsi». Convinzione confermata dagli imprenditori presenti.
Le imprese che sottoscrivono un contratto di rete devono avere un programma comune (un obiettivo e un iter per raggiungerlo) e un fondo patrimoniale comune separato (a cui si applicano le agevolazioni fiscali). Il contratto prevede un’ulteriore iscrizione al registro delle imprese ed è sottoposto a una doppia verifica, notarile e imprenditoriale: la forma deve essere quella dell’atto pubblico e deve essere asseverato dalle associazioni datoriali. Condizioni, queste ultime, necessarie per ottenere le agevolazioni fiscali.
Tutto sembrerebbe, quindi, ruotare attorno alle agevolazioni fiscali, ma su questo aspetto ci sono alcuni dubbi che potranno essere colmati solo dai decreti attuativi (in via di definizione, secondo Confindustria). «Attendiamo ancora un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate -spiega Giuseppe Zizzo, docente di diritto tributario alla Liuc. L’agevolazione è infatti una sospensione d’imposta, in quanto vengono escluse temporaneamente le quote di utile accantonate con apposita riserva e destinate alla formazione del fondo patrimoniale comune per un massimo di un milione di euro per soggetto».
Il ministro Giulio Tremonti tra il 2011 e il 2013 ha deciso di mettere sul piatto 48 milioni di euro per le agevolazioni fiscali previste dai contratti di rete. Un segnale piccolo piccolo, ma positivo, in una finanziaria di soli tagli. Tutto il resto dipende dal coraggio degli imprenditori.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2011
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