Senza infermieri, non c’è futuro

Raccolta di firme per sensibilizzare l'opinione pubblica su una professione importante ma poco considerata. Il 19 marzo saranno in piazza san Vittore

Da sinistra Antonio Tarantino, Cecilia Sironi, Giliola Baccin e Aurelio FilippiniL’inferniere? Una professione in via di estinzione. L’allarme può apparire eccessivo, ma a chiedere attenzione al problema è proprio chi si occupa, da anni, di infermieri e della loro preparazione: CNAI ( Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermieri/e) e Ipasvi, il Collegio a cui aderiscono i lavoratori della provincia. 
In occasione della festa della donna, Cecilia Sironi, consigliere nazionale del CNAI, Aurelio Filippini Presidente del Collegio varesivo, Giliola Baccin e Antonio Tarantino delegato del Nucleo dei Laghi lanciano la campagna della raccolta firme per poter far arrivare la propria voce a chi decide le politiche sanitarie nazionali e regionali: « Storicamente la professione è esercitata da donne – spiega Cecilia Sironi – e forse per questo non ha mai contato sui tavoli dove si prendono le decisioni. Oggi, però, si corre un grande rischio: gli infermieri sono pochi e quelli che ci sono non vengono impiegati al meglio. Si va verso un impoverimento della sanità italiana che si concentra sulla malattia acuta e dimentica tutta quella fetta di popolazione che ha bisogno di informazioni sanitarie generali per vivere meglio».

A preoccupare è proprio la crisi in corso e i tagli a ciò che si considera "superfluo": « Il nostro timore è che, in questa fase, si adottino scelte che pagheremo tra qualche anno. Oggi, per esempio, perchè l’80% delle spese sanitarie sono concentrare nella acuzie, cioè ospedali? Perchè si avviano importanti campagne di diagnosi precoce e non si considera minimamente la prevenzione, cioè politiche di informazione e formazione generali per evitare che la gente si ammali. C’è stato un momento in cui si ventilava la possibilità di istituire "l’infermiere in farmacia" cioè un presidio sanitario territoriale per dare consigli, istruzioni, insegnamenti per problemi diffusi. Poi non si è più sentito nulla. Anche a livello di riabilitazione, non ci sono politiche che sostengano l’importante servizio diretto soprattutto agli anziani. Da noi la riabilitazione è solo quella dall’acuzie. Per non parlare della scuola: sapete quanto potrebbe fare un infermiere dedicato ai ragazzi?»

Le scelte di politica sanitaria influenzano anche le scelte educative: « Un tempo si puntava sull’assistenza domiciliare, sulla cura con personale preparato a casa propria. Oggi questo servizio è stato smantellato, è stato esternalizzato senza dare riferimenti corretti e precisi alle famiglie sulla scelta tra i "pattanti" o come utilizzare i voucher. Nel corso di laurea, inoltre, non abbiamo più la possibilità di affiancare nostri studenti a questo personale impegnato sul territorio perchè non c’è raccordo. Il risultato è che i ragazzi non possono sviluppare questa pratica sul territorio e perdono motivazioni».

Dalla corsia, dove spesso gli infermieri sono schiacciati tra medici e pazienti sempre più esperti, fino all’università, le motivazioni personali sono sempre più difficili da trovare: « A fronte di un calo generalizzato delle iscrizioni alle facoltà universitarie, il nostro corso evidenzia  una crescente disaffezione. Chi si occupa di assistenza deve essere motivato ma deve anche sapere di poter accedere a un’occupazione stimolante e a una carriera. Così come avviene in Svizzera dove spesso vanno i nostri laureati appena acquisiscono competenza. Negli anni ’80 e ’90 i corsi per infermieri erano molto affollati: dove sono finiti tutti quei diplomati? Probabilmente sono usciti da un sistema che non li gratificava. Chi oggi lavora in corsia spesso è talmente preso dalla routine che non si interroga sul futuro. La nostra è una professione dura e difficile e ha bisogno di maggior considerazione».

La raccolta di firme avrà numerose tappe anche nella nostra provincia: a Varese , gli infermieri, con tanto di cartellino in bella vista, saranno all’ospedale di Circolo, presso il padiglione centrale, il prossimo 15 marzo, il 19 saranno in piazza San Vittore dalle 10 alle 19 ( dove misureranno anche la pressione) e il 16 saranno al Collegio de Filippi. Saranno anche all’ospedale di Busto e a Gorla Minore il 19 marzo dalle ore 10.00 alle 12.00 in zona mercato e dalle 14.30 alle 18.00 a Saronno, piazza Libertà, angolo via Leopardi e dalle 14.30 alle 18.00.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Marzo 2011
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