“Sono le differenze a renderci belli”

La Notte tricolore a Torino parla varesino. Marcello Vitella racconta come è nato lo spettacolo per i 150 anni dell'Unità d'Italia

marcello vitella«Le differenze sono una ricchezza e non una debolezza e sono loro a far bella l’Italia». Con questa filosofia e un buon progetto Marcello Vitella e la Consel si sono aggiudicati la gara per realizzare la Notte tricolore.
«Un’occasione storica per noi e per nulla scontata perché hanno partecipato una dozzina di soggetti del calibro della Sony, della Triumph, della Set up di Torino che aveva organizzato grandi eventi alle Olimpiadi. Tanto per citarne alcune. Proponevano artisti di fama internazionale».

Come avete fatto ad aggiudicarvela voi l’organizzazione?
«Quando ci invitarono a partecipare ci siamo fermati a riflettere molto. La Notte tricolore è l’evento più importante del’anno e resterà alla storia. Ci siamo detti che sarebbe stata una bella sfida, ma anche un grande responsabilità da ogni punto di vista, prima di tutto tecnico. In una data così non puoi sbagliare. Dopo aver valutato questi aspetti, ci siamo chiesti cosa avremmo potuto proporre come contenuti, perché non ci interessava fare una cosa scontata e quindi abbiamo subito scartato l’idea del grande concerto. Siamo partiti dai concetti di Unità e di Italia convinti che ciò che fa grande il nostro Paese è un certo spirito di creatività, solarità e soprattutto capacità di sapersi rialzare. L’Italia è forte grazie alle sue differenze, anche profonde, basti pensare ai dialetti. Molti considerano questo punto come una debolezza, per noi invece è un punto di forza. Insomma, la nostra proposta non sarà una fotografia appiccicata, ma un mosaico fatto di tanti pezzi diversi che messi insieme fanno un’opera d’arte meravigliosa».

notte tricoloreCome sarà lo spettacolo?

«Sarà un grande viaggio lungo i 150 anni e lungo tutta la penisola. Non una proposta didascalica, ma fatta di suoni, immagini, momenti di grande spettacolo. Ci saranno le musiche di tredici regioni con gruppi molto famosi che interpretano tradizioni rivisitandole. Si va così dalla taranta dei Nidi d’Arac, al lagheé di Van de Sfroos. Il tutto "impagliato" da una regia teatrale curata da Andrea Chiodi che mette in scena la scuola e la cultura. Si parte dal libro Cuore di De Amicis e poi dalle immagini dei bambini torinesi in classe nel 1881 che stanno preparando la festa per i 20 anni. Un viaggio che finisce poi con la Costiutuzione, l’inno nazionale e i fuochi d’artificio a mezzanotte. Una grande festa nella stessa piazza di 150 anni fa. Durante lo spettacolo verranno proiettati spezzoni di film che vanno da Otto e mezzo di Fellini fino a Viva l’Italia di Rossellini».

Quanto durerà tutto l’evento?
«Inizierà alle 21, come per uno spettacolo teatrale, per finire a mezzanotte con i fuochi. Poi si prosegue con la musica fino alle tre e mezzo».

Quanta gente ci lavorerà?
«Più o meno un centinaio di persone, oltre a tutti gli artisti».

C’è molta varesinità, non solo nella filosofia di Consel, ma anche in alcuni altri protagonisti…
«Si, oltre ad Andrea, che Varese conosce per la sua presenza e per i tanti spettacoli che propone, basti pensare a quelli estivi a Sacro Monte, c’è lo Studio Festi. Porteranno due eventi artistici, uno sul palco e l’altro in cielo».

Hanno senso tante polemiche su questa giornata di festa?
«Noi diamo per scontato che fosse giusto fare festa per questa data, la domanda vera era come festeggiare. Noi con questa proposta di spettacolo non vogliamo dare risposte a nessuno e crediamo sarebbe un successo se ognuno tornasse a casa ponendosi delle domande e dei dubbi. Abbiamo proposto una visione, affrontando un tema della nostra società in modo forte».

Vecchioni e Van de Sfroos protagonisti entrambi al festival di Sanremo. Scelti per questo?
«No. A Roberto Vecchioni avevamo dato un importante premio alla prima edizione del MOA nel 2010. Un premio per il suo impegno in campo educativo e nelle scuole. Lui è un grande autore della canzone italiana. La scelta di Davide era più facile, perché lui è l’artista più esposto sul fronte della canzone in dialetto e quindi chi meglio di lui poetva avere un ruolo importante in questo evento?»

La conferenza stampa di presentazione dell’evento si svolge all’antico teatro Carignano…
«Guarda caso è il più antico teatro di Torino ed è conosciuto per i suoi spettacoli dialettali. Sarà un caso?»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Marzo 2011
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