Stazioni, Sel: “Fallimenti e nuove promesse”
Rocco Cordì e Angelo Zappoli: «Apprendiamo da Cattaneo che il “grande” progetto è impraticabile. Noi lo avevamo intuito da tempo»
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Rocco Cordì e Angelo Zappoli di Sel sul progetto delle stazioni
Apprendiamo dall’Assessore regionale Cattaneo, che si muove quasi come fosse il “commissario per le opere pubbliche” di Varese, che il “grande” progetto per l’area delle stazioni – annunciato quattro anni fa, tra squilli di tromba e rulli di tamburi, è sostanzialmente impraticabile!
Noi lo avevamo intuito da tempo. Fin dal 2007 abbiamo chiesto quanto potesse essere credibile un progetto che prevedeva circa 150milioni di euro di costi che avrebbero dovuto essere coperti per il 45% dall’alienazione delle aree, per il 17% da oneri di urbanizzazione e per il 38% da autofinanziamento. Nessuno allora rispose. Troppa era l’arroganza del potere per accettare un confronto. Oggi lo riconoscono in molti: il progetto non era credibile. Come, aggiungiamo noi, non lo era e non lo è chi l’ha proposto.
Non eravamo solo scettici. In quel 2007 formulavamo anche l’auspicio che la città si dotasse di un PGT (piano di governo del territorio) all’interno del quale venissero analizzate le problematiche e le esigenze dell’area e trovassero definizione i criteri per una nuova cultura urbanistica capace di rispondere ad un disegno futuro di città.
Per noi l’ipotesi di unificazione delle stazioni, al pari di altri progetti urbanistici rilevanti ed impattanti, andavano ripensati organicamente in un disegno più generale, commisurato alle esigenze ed agli interessi collettivi. Il progetto stazioni andava, dunque, ricompreso nel PGT.
Per sua natura e dimensioni non poteva essere né un progetto “a parte”, né il PGT di fatto.
Per noi le regole che dovevano governare la redazione del PGT erano valide anche per questa area, escludendo logiche compensative a discapito di altre aree del territorio comunale. Le volumetrie dovevano essere pesantemente ridimensionate, la progettazione avrebbe dovuto prevedere immobili a impatto ambientale zero. Nell’ambito della quota significativa destinata a nuova edilizia residenziale, almeno il 20%, avrebbe dovuto (per dare una prima risposta alla domanda di alloggi a prezzi e canoni sostenibili) essere destinata ad alloggi di edilizia convenzionata pubblica. Il progetto doveva inoltre essere valutato nel quadro di una riorganizzazione drastica a favore del trasporto pubblico, su ferro e gomma, facendo convergere su questo tutte le linee di trasporto urbano ed extraurbano. La credibilità del progetto dipendeva inoltre dal raddoppio della linea ferroviaria FS Varese-Arcisate e dal raddoppio della FNM Varese-Malnate. Il progetto andava infine collocato dentro un complessivo ridisegno della mobilità cittadina, partendo dall’ampliamento delle zone pedonali e a traffico limitato, eliminando l’entrata in città dall’autostrada, privilegiando gli ingressi da Ponte di Vedano (nord-est) e viale Europa (sud-owest), mantenendo il raccordo solo per l’uscita.
Proposte, domande e dubbi, sono rimasti senza risposta, mentre l’incurante Cattaneo annunciava il “completamento” entro il 2010. Evidentemente per l’assessore e i suoi amici di coalizione la kermesse elettorale è un gioco infinito in cui tutto fa brodo: dai grattacieli, alla piastra polifunzionale.
La politica dell’annuncio e dei proclami roboanti è il loro pane quotidiano. Cosa volete che conti la qualità del progettare, la fattibilità di un’opera o l’interesse collettivo.
Nel 2007 ponevamo anche altre domande, ancora oggi senza risposta. Che fine avrebbero fatto gli edifici residenziali compresi nell’area? come evitare I rischi di speculazione sulle aree circostanti (via Carcano, Biumo Inferiore,etc)? quale sarebbe stato l’impatto viabilistico su Viale Belforte e zone circostanti? Quanti parcheggi avrebbero potuto soddisfare la domanda proveniente dall’Ospedale del Ponte?
Risposte nessuna, ma tutti ricorderanno l’entusiasmo di Cattaneo e i balbettii giustificativi dell’Assessore Binelli. Quest’ultimo affermava, contro ogni evidenza, che “l’intervento sulle stazioni costruisce sul costruito ed é quindi in linea con quanto da noi sostenuto fino a oggi”. Abbiamo dovuto aspettare la fine del 2010 per sentire lo stesso Binelli affermare che “tale dimensionamento sembra eccessivo” e vedere la Giunta di Varese impegnata a ridurre drasticamente le volumetrie previste. Ma né l’assessore regionale (nominatosi sul campo commissario di Varese), né la Giunta Fontana, ammettono l’errore. Anzi continuano ad improvvisare annunciando – in luoghi impropri – altre svolte.
Dato che mancano ancora due mesi al voto chissà quali altre mirabolanti promesse staranno confezionando!
Noi, che non credevamo e non crediamo agli annunci di Cattaneo e della Giunta di Varese, e nemmeno ne condividiamo i presupposti, ribadiamo la necessità di:
• cancellare l’Accordo di Programma e ripensare tutta la progettualità nel PGT e studiare nuove soluzioni di raccordo pedonale fra le stazioni
• ipotizzare un recupero dell’area, con un limitatissimo ricorso a incrementi volumetrici e con importante destinazione sociale (trasporto pubblico, servizi di interesse collettivo, intermodalità, interscambio merci)
• prevedere una quota di residenziale da destinare a edilizia convenzionata
• valutare soluzioni di insediamento scolastico per istituti sovracomunali
• valorizzare il sistema delle aree di parcheggio comprendendo anche quelle a servizio dell’ Ospedale del Ponte
• prevedere la realizzazione di una ampia area a verde pubblico attrezzato.
Avremo modo di ritornare sull’argomento in campagna elettorale, ma di fronte agli annunci strumentali di oggi riteniamo di dover affermare con forza che il futuro della nostra città non può essere deciso da qualcuno in sedi improprie, né sono più ammissibili pratiche fondate su un idea “proprietaria” della politica e delle istituzioni.
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