Studenti in piazza per difendere la scuola pubblica
Milano invasa da migliaia di ragazzi e ragazze, unite nella volontà di difendere la scuola pubblica. E sostenere le rivolte in Africa. Uova e vernice contro Unicredit e Enel
A meno di una settimana dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la scuola pubblica, rea – secondo il premier – di «inculcare valori contrari a quelli dei genitori», gli studenti milanesi hanno sentito il bisogno di respingere con forza queste critiche. Per questo, questa mattina, 4 marzo, centinaia di studenti si sono ritrovati in piazza Cairoli per unirsi in corteo lungo le vie del centro. Gli slogan scanditi, oltre a chiedere le immediate dimissioni del premier e del suo governo, hanno chiesto anche di smettere di finanziare le scuole private e di ritirare la riforma universitaria approvata a dicembre. «Sappiamo anche dove trovare 6 miliardi e 500 milioni per finanziare scuola, ricerca e welfare – gridano gli organizzatori del corteo -: mandiamo in esilio il premier e confischiamo tutti i suoi beni». Con il patrimonio della famiglia Berlusconi «che anche con la crisi è aumentato costantemente», si potrebbero ad esempio «costruire 1300 nuovi asili nido, mettere in sicurezza 13mila scuole e assumere 220mila docenti».
Un pensiero non poteva non andare «ai nostri fratelli che stanno combattendo e morendo per i loro diritti, la loro libertà e per un futuro migliore». La solidarietà si è presto tramutata in lanci di uova di vernice contro una filiale di banca Unicredit e la sede milanese dell’Enel, entrambe in via Carducci, a due passi dalla stazione Cadorna. Il gesto, contestato da diversi passanti, è stato giustificato dal fatto che «queste società e molte altre hanno per anni sostenuto i dittatori siglando con loro ingenti accordi economici». E i ragazzi hanno presentato l’entità degli investimenti di Enel, Unicredit, Eni, Edison e Finmeccanica nei paesi oggi in rivolta che ammonterebbero a «20 miliardi di euro nella Libia di Gheddafi, 11 nella Algeria di Bouteflika e 5 nella Tunisia di Ben Alì». Il corteo, costantemente scortato da un imponente cordone di agenti in tenuta anti sommossa, si è sciolto poco dopo le 11 davanti alla Triennale di Milano per «festeggiare le tanto attese dimissioni del Ministro della cultura Sandro Bondi». L’appuntamento è però già fissato per il prossimo 25 marzo quando in tutta Europa gli studenti scenderanno in piazza per «pretendere un futuro migliore e se non ce lo daranno, ce lo prenderemo da soli».
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