Vescovi e Ferraiuolo senza dubbi: “Corny, un grandissimo”
Cecco e Max ora dirigono la Pallacanestro Varese ma furono tra i compagni più fedeli di Thompson: «Un cardine della nostra DiVarese»
Uno provava a passargli la palla nel miglior modo possibile, l’altro era sempre pronto a correre come un treno e magari beneficiare di un suo "rimbalzone" per chiudere un contropiede vincente. Max Ferraiuolo e Cecco Vescovi sono stati compagni di squadra di Corny Thompson nella splendida DiVarese (i due nella foto con l’americano e Marino Cappellini – Tratta da "DiVarese 1986/87 di Carlo Meazza) della seconda metà degli anni Ottanta e oggi sono tra i più felici della visita che l’ex giocatore americano effettuerà in città grazie all’inesauribile Sandro Galleani.
«Lo premieremo domenica al palazzetto, davanti a tutti; non abbiamo ancora definito i dettagli ma sarà un bel momento» spiega Vescovi che ora è presidente della Pallacanestro Varese ma che non dimentica le stagioni vissute accanto al "numero 10" che veniva dal Connecticut.
«Su Corny ho tanti aneddoti e ricordi bellissimi, ma c’è una cosa che più di ogni altra mi è rimasta in mente. Quando prendeva posizione in post basso (vicino alla linea di fondo, subito fuori dall’area colorata ndr) era sufficiente buttare il pallone nella sua direzione: in qualche modo l’avrebbe preso per trasformarlo in una giocata efficace. Non ricordo altri giocatori capaci come lui di agguantare una sfera in ogni condizione». Corny, per quella squadra, era una vera e propria guida: «Il seme lo gettò Sales ma poi germogliò con Isaac in panchina e dal momento del suo arrivo Thompson fu un punto fermo al pari di Meo Sacchetti. Era il cardine di una squadra fantastica e non si limitava a fare canestro, ma lavorava per creare un clima eccellente anche in spogliatoio».
Anche a Ferraiuolo brillano gli occhi quando gli si nomina il grande Corny: «Un super, per davvero: sono felicissimo che torni a trovarci e non vedo l’ora di riabbracciarlo. Un grande giocatore che aveva una caratteristica particolare: era un "permalosone", nel senso buono. Non potevi dirgli che aveva sbagliato qualcosa, perché si preparava con un grandissimo scrupolo: è sempre stato un grande professionista molto esigente con sé stesso e con i compagni. Lo seguivamo volentieri perché in questo modo siamo tutti cresciuti. Non a caso, io contesto quelli che dicono che non abbia saputo far vincere la squadra: in quell’epoca c’erano formazioni decisamente superiori a Varese, e arrivando spesso così vicini allo scudetto abbiamo fatto molto di più rispetto a quanto era lecito aspettarsi. Di ciò, Corny Thompson ha grandi meriti».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Nascere in Ucraina: il racconto delle donne che partoriscono nella zona del fronte
Massimo Pinciroli su Il temporale di mezz’ora blocca i sottopassi a Busto Arsizio
Felice su Cadono alberi sul canile di Varese: ad aiutarli a limitare i danni una "cordata" di volontari
Felice su Aggredisce gli agenti a Varese in viale Valganna: “Vi ammazzo”
GianPix su Incontri Musicali in Villa e presentazione del libro "Ti racconto perché" a Oggiona con Santo Stefano
Felice su Alla città di Varese il primato nazionale dei testamenti biologici
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.