Al liceo Candiani si presenta la moschea di Milano
L'architetto Mezzetti ha presentato agli studenti la sua tesi di laurea, il progetto per un luogo di culto islamico nell'area Expo. È uno degli incontri del liceo dedicati all'architettura
E’ da una settimana che al Liceo Artistico Candiani di Busto si discute di architettura. La fitta agenda preparata dai docenti aveva come scopo il provare a conoscere e correlare tra loro le diverse tematiche che ruotano attorno al mondo dell’architettura. Proprio per questo, la mattina di sabato 2 aprile sono stati presentate agli studenti una serie di lauree magistrali. Tra i 4 progetti presentati spicca quello della neo-dottoressa Margherita Mezzetti intitolato “un’architettura per la convivenza: il centro islamico nella nuova città lineare Garibaldi -Farini – Bovisa – Expo – Rho fiera”. Il progetto, spiega la dottoressa Mezzetti «è durato due anni e riguarda la risoluzione del problema molto attuale di creare un centro islamico per Milano». L’idea è quella di realizzare questa struttura nel più vasto programma di miglioramenti in vista dell’Expo per «lasciare qualcosa di estremamente utile anche dopo la fine della manifestazione». Il centro islamico verrebbe quindi inserito tra i moderni padiglioni per la fiera in modo da garantire «la più ampia fruizione possibile» e si articola nella realizzazione di una piazza su due livelli con una moschea quadrata con cupola e minareto. E accanto al luogo di culto sorgerebbero anche ul centro islamico «una sorta di oratorio», le cucine per la mensa dei poveri, un mercato e un grande giardino pubblico. «Contestualizzare una Moschea a Milano -ammette l’architetto- non è stato facile» ma con l’aiuto del presidente della comunità islamica di Milano «siamo riusciti a fondare elementi della tradizione locale lombarda con elementi funzionali islamici».
Ad ascoltare la presentazione c’era anche una grande parata di istituzioni. Provincia, Unione Industriali, rappresentanti del Medio Olona, Ordine degli architetti e Provveditorato agli studi. E il senso di una così nutrita partecipazione è spiegato dalle parole del preside Andrea Monteduro. «Bisogna dimostrare -ha detto il Dirigente Scolastico- che le istituzioni esistono e possono anche essere credibili» ed entrando nello specifico dell’evento ha precisato che «poiché il territorio non è un luogo da occupare ma da valorizzare, uno dei compiti di una scuola come la nostra è proporre alternative credibili alla società». Al momento però, l’ambizioso progetto per integrare la nutrita comunità islamica rimane solo sulla carta ma in futuro la questione si riproporrà in termini ben più pressanti. Infatti, con l’ormai imminente demolizione del Palasharp -che ospitava la comunità islamica per i periodi del Ramadan- è estremamente necessario trovare un luogo in cui anche i mussulmani possano unirsi a pregare.
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