Assemblea flop per salvare la Pro Patria
Nessuno degli imprenditori invitati dai club di tifosi si è presentato al Museo del tessile. Presenti solo staff dirigenziale, allenatore e capitano con Antonio Tesoro che tenta un collegamento telefonico negato da Regalia e sostenitori
E’ stata un nulla di fatto l’assemblea per salvare la Pro Patria organizzata ieri sera, lunedì, dai club di tifosi al Museo del tessile. Ancora una volta, intorno ai colori biancoblu, si è dovuto registrare il disinteresse del mondo imprenditoriale di Busto Arsizio, seppur invitato solo a seguirla tra il pubblico, nei confronti della squadra bustocca. Prima ancora del disinteresse degli imprenditori e dei commercianti si sono potute registrare le defezioni dei patron vecchi e attuali, oltre che del gruppo milanese che fa capo alla famiglia Giulini i quali hanno mandato una lettera di rincrescimento per il fallito acquisto della gloriosa società tramite il loro studio legale. Tra tutti gli ex-patron si è fatto sentire quello di cui sentiva meno la mancanza, Danilo Filippini che ha mandato una lettera dal sapore comico, in una situazione del genere, nella quale rimette a disposizione gratuitamente il titolo sportivo A.C. Pro Patria del quale dice di essere il detentore.
Dietro il tavolo dei relatori c’erano solo, si fa per dire, lo staff dirigenziale con il direttore sportivo Carlo Regalia e Pino Iodice, il mister Raffaele Novelli, il capitano Domenico Cristiano e il moderatore Giovanni Castiglioni. Tra il pubblico presenti il sindaco Gigi Farioli, l’ad di Agesp Paola Reguzzoni e i consiglieri Alberto Armiraglio e Mario Cislaghi.
La serata è proseguita sotto tono in una sala del Museo del Tessile con tanti posti vuoti e un’ottantina di tifosi. A Iodice il triste compito di illustrare la situazione di esposizione debitoria in cui si è cacciata la società dopo la sciagurata gestione Tesoro, seguita da quella di Pattoni, altro convitato di pietra insieme al duo Savino e Antonio Tesoro. Solo quest’ultimo ha provato a collegarsi telefonicamente, quasi a imitare gli interventi telefonici di Berlusconi nei talk show politici, ma l’assemblea con Carlo Regalia in testa, si è rifiutata di dare la parola all’ex-presidente: «Se facciamo parlare lui mene vado – ha detto Regalia – non ha credibilità una persona che firma impegni per milioni di euro e poi sparisce da un giorno all’altro», L’applauso della sala suggella l’orgoglio tigrotto espresso dallo stesso direttore sportivo. Il sindaco Farioli ha, invece, spiegato come si è arrivati ai Tesoro.
La serata prosegue come un cahier des dolèances con ognuno degli ospiti che ha raccontato i grandi sforzi portati avanti per portare a termine il campionato con meno danni possibili ma di soluzioni all’orizzone non se ne sono viste. Il tempo non è ancora scaduto, manca meno di un mese al 15 maggio, giorno in cui bisognerebbe presentare l’iscrizione al campionato successivo e se questa serata non ha portato alla soluzione del caso ha avuto almeno il merito di riportare l’attenzione sull’epopea biancoblù, una storia fatta di artigli e di speranze che sono sempre le ultime a morire. L’appello è sempre lo stesso: chi può salvi questa storia prima che arrivi l’ultima angosciante pagina.
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