Focus sullo scompenso cardiaco: l’approccio multidisciplinare
Convegno sabato 16 aprile al Castello Visconti, organizzato dall'azienda ospedaliera di Gallarate. La necessità di una stretta collaborazione con il medico di base è essenziale
Domani 16 aprile, nel Castello Visconti di San Vito a Somma Lombardo alle 8.30 inizia il convegno dedicato allo “Scompenso cardiaco: peculiarità di una sindrome sistemica multidisciplinare” organizzato dalla Medicina interna e Cardiologia riabilitativa, responsabile Alberto Schizzarotto, dell’Azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate – Ospedale di Somma Lombardo.
Il congresso è patrocinato da: Ordine dei Medici di Varese, Università degli Studi dell’Insubria, ASL di Varese, Comune di Somma Lombardo, Società Italiana di Cardiologia, Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e Gruppo Italiano Cardiologie Riabilitative.
L’incontro scientifico è suddiviso in tre sessioni, due nella mattinata e la terza nel pomeriggio.
Oltre a specialisti ospedalieri del Sant’Antonio Abate, partecipano alla giornata di studio esperti del settore provenienti da diversi enti. Dall’Asl di Varese: Giorgio Marmondi, direttore sanitario, Rosita Caielli e Franco Porzio, dall’Università degli Studi dell’Insubria: Jorge Salerno Uriarte, dall’Azienda ospedaliera di Varese: Giuseppe Calveri, Fabrizio Caravati, Mariangela Lattanzio, Vittorio Mantovani, Fabrizio Morandi e Alessandro Squizzato. In rappresentanza della Società di aggiornamento per il medico di medicina generale partecipa il segretario nazionale Marco Campielli.
Scopo del congresso è sottolineare alcuni aspetti peculiari di questa sindrome e l’importanza di un corretto approccio multidisciplinare del paziente. Saranno messi in rilievo il ruolo di primo piano del medico di medicina generale nell’assistenza del paziente con scompenso cardiaco e la necessità di istituire una vera continuità assistenziale tra ospedale e territorio al fine di garantire l’ottimizzazione della terapia a domicilio e, nei limiti del possibile, la prevenzione degli episodi di instabilizzazione o, nel caso si manifestino, la loro rapida risoluzione.
Si stima che solo in Italia ci siano oltre un milione di malati (2% della popolazione) affetti da scompenso cardiaco. Tale patologia rappresenta la seconda causa di ospedalizzazione dopo il parto. Il problema della cura dello scompenso cardiaco per la sanità italiana si pone anche in termini economico- finanziari, ogni anno oltre 520 milioni di euro sono spesi per la cura di pazienti con scompenso cardiaco. Tale cifra costituisce il 2% dei costi totali del Ssn.
L’assistenza ospedaliera non è la sola fonte di assorbimento di risorse finanziarie per questa patologia, anche se, spesso, si ricorre a più riprese per il singolo paziente con un alto numero di riospedalizzazioni in situazioni, talvolta, non del tutto necessarie. Vari fattori rendono particolarmente problematico l’approccio diagnostico terapeutico allo scompenso cardiaco. Uno degli aspetti più significativi riguardanti la patologia è la sua evoluzione verso un grado elevato di scompenso. Il riferimento precoce del paziente allo specialista rallenta l’evoluzione verso gli stadi più gravi, a differenza di un intervento specialistico tardivo. Solo la stretta collaborazione tra medico di medicina generale e specialista cardiologo permetterà di influire positivamente sul decorso della malattia.
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