I bancari vogliono entrare nella stanza dei bottoni

Nella nuova piattaforma per il rinnovo del contratto presentata alal Fiba Cisl si parla di «sperimentare modalità di partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza nei consigli di amministrazione delle banche popolari»

C’è un passaggio nell’introduzione alla nuova piattaforma (sottoscritta da 7 sigle sindacali) per il rinnovo del contratto dei bancari che puo’ essere definito epocale. Fiorella Morelli, della segreteria nazionale della Fiba -Cisl, annuisce quando si prova a sintetizzare la questione in una battuta: i bancari entrano nella stanza dei bottoni delle banche. «Bisogna sperimentare modalità di partecipazione a partire dalla presenza di rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza delle aziende e nei consigli  di amministrazione delle banche popolari» commenta la sindacalista.
L’immagine di padroni e lavoratori “alleati” nelle decisioni aziendali che contano, riporta alla mente il modello di cogestione sperimentato dai tedeschi.«Questa scelta – continua Morelli – non punta a determinare la politica della banca, ma ad aumentarne il grado di vigilanza. Perché, allora, non prevedere anche che una parte del salario del lavoratore possa essere erogata attraverso una partecipazione azionaria?A questo proposito ci sono due disegni di legge fermi nei cassetti del palazzo, uno dei quali presentato da Savino Pezzotta (ex segretario generale della Cisl, ndr)».
La verità è che per i bancari sono finiti i tempi delle vacche grasse e quindi i margini di manovra sono quasi inesistenti. Una piattaforma esclusivamente rivendicativa non avrebbe portato a nulla. Ecco perché i cinque pilastri principali della bozza di contratto puntano ad un nuovo modello di banca più «sociale» e legato al territorio, capace di dare una prospettiva ai precari e inaugurare “nuovo corso” di relazioni sindacali. «Nel dibattito pubblico – continua la dirigente nazionale della Fiba-cisl – questo aspetto non appare. Ma se leggiamo i piani industriali dei maggiori gruppi bancari ci accorgiamo che si impone un modello di banca universale in grado di dare tutte le risposte al cliente e di favorire il legame con il territorio e le sue imprese». Un ritorno al passato dopo la sbornia di superdivisioni specializzate.
La critica della Fiba Cisl va dritta dritta al cuore del problema: le banche in questi hanno fatto utili affidandosi alla finanza spregiudicata, piuttosto che all’economia reale. «Il problema – conclude Morelli – non è Basilea 2 o 3.Il problema è che per una banca è molto più impegnativo fare raccolta e impiegare i soldi su progetti imprenditoriali perché occorre investire in competenze, piuttosto che fare finanza».
Ora la palla passa alle assemblee dei lavoratori sul territorio. Un lavoro estenuante che culminerà nel mese di maggio. «Ci aspettano una quarantina di assemblee – spiega Filippo Pinzone della segreteria della Fiba-Cisl -. Se riuscissimo a portare a casa tutto, saremmo ben contenti. Ma sappiamo bene che la trattativa è subordinata alla questione esuberi e ai movimenti di riorganizzazione delle banche ancora in atto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Aprile 2011
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