La tua azienda diffonde musica? La Siae non basta più devi pagare anche laScf
Una nuova tassa per le micro e piccole imprese. Mauro Colombo (direttore Confartigianato): «Un altro orpello che “tradisce” il Piano per la semplificazione amministrativa del Governo»
«SIAE e SCF: nulla che faccia pensare, ancora una volta, alla tanto decantata semplificazione amministrativa – dichiara Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Imprese Varese. Le nostre imprese pagano l’autore e l’editore (SIAE) ed ora devono pagare l’interprete e il produttore discografico (SCF). Rispettiamo i diritti di tutti, ma è tempo di rispettare anche i diritti delle micro e piccole imprese. Due tasse distinte riguardanti la diffusione sonora in ambienti pubblici, sinceramente è troppo. Ricordiamo, poi, che l’Autorità antitrust ha manifestato pesanti dubbi riguardo l’attività della SCF».
Ma come, l’associazione Fonografici Italiani (AFI) sottoscrive un accordo con la SIAE per l’esclusiva a riscuotere per conto dei produttori fonografici, ed ora compare la SCF? Con quale legittimazione? Poi: si parla da tempo di un ridimensionamento della SIAE e quest’ultima, invece, si rafforza? La SCF, poi, non rappresenta tutte le case discografiche: le richieste di pagamento aumenteranno?
«Confartigianato è intervenuta in modo deciso aprendo un dialogo con SCF – prosegue il direttore Colombo – al fine di evitare che le azioni “aggressive” della Società si facessero sentire con inaudito peso sulle nostre imprese. E far cessare sui territori quell’azione di recupero dei compensi che SCF ha condotto con toni particolarmente insistenti. In pratica, SCF ha legato le mani a tutti».
E in tempo di crisi la SCF chiede circa 50 euro, la cifra minima che dovrebbe sborsare una micro impresa compresa la sanatoria della Società fonografici ma esclusa la quota SIAE.
Semplificazione amministrativa: chi l’ha vista? Cioè: ridurre entro il 2012 i costi gravanti sulle imprese del 25%, circa 68 miliardi di euro l’anno, e semplificare le procedure per le piccole e medie imprese, con un risparmio stimato di almeno 17 miliardi di euro. È questo l’obiettivo del ‘‘Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012” presentato dal ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta per liberare risorse per lo sviluppo, aumentare la competitività delle imprese e semplificare la vita quotidiana delle famiglie. Il pagamento della SCF è un altro, inevitabile, orpello burocratico. Se il pagamento tutela i diritti di chi lavora in ambito musicale, si dovrà anche pensare a tutti quei casi in cui le micro e piccole imprese vantano crediti nei confronti della PA e non ne escono vincenti: ricordiamo i Protocolli sottoscritti a livello nazionale e locale, anche sul nostro territorio, per “sbloccare i crediti” attraverso associazioni di categoria e istituti di credito.
«La diffusione della musica da parte delle nostre imprese ha una mera funzione di “sottofondo” – conclude Mauro Colombo. Inoltre – e questo è assurdo – a regolamentare il tutto interviene una legge, la 633, del 1941. Che riserva, però in via esclusiva alla SIAE, l’attività di intermediario per l’esercizio dei diritti di radiodiffusione, comprensiva della concessione di licenze per l’utilizzazione economica di opere tutelate, di percezione e di ripartizione dei proventi derivanti dalle licenze. Quindi, si deve ritenere che alla SCF non è consentita tale attività intermediatrice?».
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