Melandri e il 1° maggio per il lavoro: “anche il Comune può fare la sua parte”
Il candidato della Federazione della Sinistra fa 4 proposte sul tema del lavoro. Dalla valorizzazione delle risorse interne al Comune al blocco delle tariffe, alla eliminazione del precariato nell'ente e nelle Fondazioni
La Federazione della Sinistra sarà in piazza sabato e domenica 1° maggio per il lavoro: nonostante il concomitante corteo a Varese, i militanti della sinistra vogliono dare un segnale di presenza anche in città, per richiamare l’attenzione sul tema anche a livello comunale. «Per rilanciare l’economia e l’occupazione il Comune non ha molte risorse, ma tante cose può farle ugualmente, se ne ha la volontà politica» dice Ennio Melandri, il candidato di Rifondazione e Comunisti Italiani. «Ormai moltissime famiglie convivono con i licenziamenti, con l’ aumento della cassa integrazione e della mobilità, con il precariato, in breve con la crescita della povertà. Sono disagi che non sempre si manifestano alla luce del sole, perché viviamo in una società che mortifica la solidarietà e invoca solo la sicurezza e perché si prova riserbo a rendere pubbliche le proprie difficoltà e a chiedere aiuto».
«E’ comunque dell’aiuto alle fasce più deboli che il Comune dovrebbe farsi carico in via prioritaria. Il nostro programma elettorale mette in campo quattro proposte concrete: • Il Comune, proprio perché è ente pubblico, può dare il buon esempio, eliminando ogni forma di precarizzazione del lavoro al proprio interno e nelle varie aziende o fondazioni di cui è parte fondamentale. • Può valorizzare la professionalità dei propri dipendenti, che non sono tutti fannulloni, come dice Brunetta, risparmiando così in consulenze e incarichi professionali esterni. • Può sviluppare, altri comuni l’hanno fatto, un vero e proprio piano programmatico di lavori di pubblica utilità da realizzare mediante l’impiego di giovani in cerca di prima occupazione e di lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. • Può contribuire ad alleggerire i bilanci familiari, bloccando le tariffe di servizi sociali come gli asili nido e le mense; esentando dal pagamento del trasporto pubblico i giovani disoccupati o precari; contrattando con le banche la sospensione delle rate dei mutui per la prima casa durante il periodo di cassa integrazione»
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