Rifatta la scuola, ma salta una classe

Gli iscritti del prossimo anno sono solo diciassette e non raggiungono il minimo per formare una classe. Ma il sindaco non ci sta: «Abbiamo rimesso a nuovo le scuole per dare un futuro al paese»

scuola di dumenza chiude per un solo bambinoPer mettere a nuovo le scuole il piccolo comune di Dumenza, al confine con il Canton Ticino, ha speso oltre 500 mila euro. E ora per un solo studente (il numero minimo per costituire una classe è 18 mentre i ragazzi iscritti sono solo 17) rischia di saltare un’intera classe. A sollevare il problema è il sindaco del paesino immerso nel verde, Corrado Moro: «Ce l’ha comunicato ieri la direzione scolastica. Fossero pochi bambini potrei anche capire – spiega – ma diciassette per una prima media mi sembra un numero ragionevole. Insomma quella di Dumenza non è una scuola in sofferenza, anzi a suo modo è un punto di riferimento per la valle e ospita anche i bambini di Agra, Curiglia e delle frazioni alte di Luino. Bastano i numeri per spiegarlo: la materna conta quaranta bambini, settanta vanno alla scuola primaria e sessanta alle medie. Ci sono anni che i bambini in una sola classe sono più di venti, quest’anno sono diciassette speriamo che si trovi un accordo».

Il sindaco, spiega, nel sistema scolastico ha voluto investire parecchio: «Qui abbiamo la materna, le elementari e le scuole medie. Dal 2004 abbiamo avviato una ricognizione completa: abbiamo rimesso a norma le strutture, la cucina per la mensa, le aule per i Pc, la copertura degli edifici delle elementari e abbiamo realizzato dei nuovi servizi igienici. Abbiamo anche effettuato la verifica statica di tutte le scuole. Questo solo per dare un’idea di quello che è stato fatto. Ora come faccio a dire ai genitori di questi bambini che dovranno andare a Luino?». Per Moro il problema però non è solo rinunciare a una classe ma una questione più generale: «Se vogliono chiudere o accorpare i piccoli comuni lo dicano chiaramente. Lasciare qui i ragazzi a studiare ci permette di tenere vivo il nostro comune e pensare al futuro con chi vive qui. Già molte persone vanno via, in Svizzera, per lavorare, togliendo anche le scuole si rischia di far morire tutto il paese».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Aprile 2011
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