“Vi racconto il mio Sudafrica”
Una serata di proiezione degli scatti del fotografo varesino Simone Raso, che spiega la sua avventura nella savana: «Li sono 'ospite' di zebre e leoni»
Simone Raso, fotografo varesino che si occupa prevalentemente di sport, ha deciso di spostare l’obiettivo su un campo tutt’altro che sportivo: ha voluto cogliere la straordinaria bellezza offerta dal Sudafrica
La passione sudafricana, per Simone Raso (nella foto, il secondo da sinistra con i suoi "compagni di viaggio") nacque nel 2004 quando per la prima volta, il fotografo riprese le magnifiche specie animali della savana, con le quali – grazie a proiezioni di 15 metri – decorò alcuni palazzi milanesi nel mese di febbraio (nella foto qui sotto a destra).
Il nuovo progetto di Raso “Varese alla scoperta del Sudafrica” verrà svelato martedì 26 aprile alle ore 21 alla sala Montanari dell’ex cinema Rivoli. All’appuntamento, ad ingresso gratuito, sarà presente anche l’assessore alla promozione del territorio e all’università Enrico Angelini ed è realizzata in collaborazione con Angelo Puricelli, Marco Guariglia e Ivan Vania.
Prima del racconto visivo sul maxi schermo, che durerà una ventina di minuti, Raso racconta a Varesenews la sua passione per questo Paese, dimostrata dagli scatti realizzati.
Come mai questo reportage sul Sudafrica?
«Il progetto nasce con l’idea di “raccontare” attraverso reportages fotografici e filmati, le esperienze di persone comunissime catapultate in un mondo totalmente diverso dal nostro. Questa iniziativa, rilanciata anche dall’assessore Enrico Angelini, è iniziata 5 anni fa grazie anche alla collaborazione dell’Ente del Turismo sudafricano». «Ad oggi – dice Simone al telefono – , servirebbe qualche ‘agente’ in più che lavori sul territorio sudafricano per portare avanti questo progetto, come Marco Guariglia e Angelo Puricelli per le foto e Ivan Vania per i filmati».
Quali sono i soggetti delle foto che ha scattato?
«Mi sono soffermato ad immortalare prevalentemente la fauna e la flora della savana, ma ho fotografato anche la netta disparità che intercorre tra le diverse culture presenti nel territorio, non a caso ci sono foto che ritraggono macchine lussuose e foto che “denunciano” la triste condizione di vita che molti abitanti portano avanti da molto tempo».
Che emozioni si provano a fotografare la vita in un safari?
«Se andassi nello stesso posto cento volte, coglierei scene sempre diverse»
Raso si definisce «ospite» degli animali che vivono nella savana. «Quando entro a contatto con gli animali della “bush”, ossia della savana, il rispetto deve essere al massimo perché devo essere minimamente percepito senza essere considerato una minaccia per gli animali stessi».
Che bilancio trae da questa esperienza: meglio lo sport, o raccontare un Paese con le immagini?
«Si parla di due mondi assolutamente diversi, in quanto l’ambito sportivo vuol dire “cogliere l’attimo”, vivere di emozioni improvvise l’una dietro l’altra, mentre fotografare un Paese significa “raccontare” a qualcuno le condizioni, le usanze e la cultura che accompagnano un determinato Stato».
Ha in progetto un nuovo viaggio?
«Siccome a giugno si riparte per il Sudafrica per tre settimane, non ho in mente nessun’altra meta, anche perché non è tanto importante la destinazione ma per me risulta fondamentale andare a conoscere culture diverse dalla nostra».
Quale altro Paese le piacerebbe raccontare?
«Non c’è cosa più bella nell’investire denaro per viaggiare», conclude così Simone Raso la sua intervista, dicendo che per ora, gli “basta” ritornare nel “suo” Sudafrica che tanto ha nel cuore».
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