Ziliotti: “Contro l’illegalità un profilo professionale per gli odontotecnici “

Il presidnete della Federazione Nazionale Odontotecnici Italiani chiede che si aumentino i controlli, le sanzioni e le pene. Ma che si pensi anche ad un Albo per il settore

«Che gli odontotecnici non abbiano mire professionali al di fuori delle loro competenze e che gli odontoiatri, però, non prestino il fianco a forme illegali e abusive». A dirlo è Antonio Ziliotti (foto), presidente della Federazione Nazionale Odontotecnici Italiani (Fe.Na.O.D.I): «Certe figure rovinano la reputazione di professionisti seri e preparati. Prendiamo le distanze dai truffatori e incoraggiamo ancor più la Guardia di Finanza ad aumentare i controlli e a rendere più severe le sanzioni». 
Ed è proprio per combattere tali truffe che la categoria chiede da tempo l’istituzione del profilo professionale dell’odontotecnico e un albo che possa essere considerato «una sorta di organo istituzionale con il quale il settore si potrebbe autogovernare – prosegue Ziliotti – e mettere fine all’attività di pseudo professionisti che nulla hanno a che fare con l’odontotecnica e l’odontoiatria». 

A questo punto il tavolo di confronto aperto dagli odontotecnici con il ministero della Salute, non basta:  «La situazione peggiora, e non possiamo permettercelo. In provincia di Varese, nell’ultimo anno, hanno già chiuso circa 100 laboratori – conclude il referente di Fe.Na.O.D.I – e la crisi economica non facilita il lavoro. Se a questo aggiungiamo poi le protesi al piombo e la concorrenza sleale dei paesi emergenti, è facile intuire che per gli odontotecnici preparati non c’è margine. E’ per questo che insistiamo sull’importanza di una cultura in tale settore nei confronti dei cittadini: pagare qualcosa in più, con la certezza di un lavoro ben fatto, è senza dubbio meglio che mettersi nelle mani di chi non conosce la differenza tra resina e ceramica».
 
Insomma, gli odontotecnici di Confartigianato si sentono «criminalizzati e penalizzati». Ecco perché chiedono che si proceda a definire un profilo per la categoria e alcuni strumenti agevolativi che tutelino i laboratori italiani di fronte al lavoro low-cost.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Aprile 2011
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