Al Museo Bertoni in mostra le opere di Arturo Mazzola
Una selezione di lavori degli anni ’70 e ’80 provenienti dalla collezione del figlio Stefano
Dal 21 maggio al 17 luglio il Museo Flaminio Bertoni di Varese presenta la mostra “Le astrazioni di Arturo Mazzola (1921-1995) Percezioni sensoriali – opere anni ‘70-‘80”.
L’artista inizia il suo percorso artistico già negli anni ’40 con opere che sono l’espressione di una vita segnata e vissuta interiormente, con la “malinconia dei suoi amati paesaggi lombardi, ispirati alla darsena del Naviglio, alle stazioni dell’hinterland milanese, dei circhi di periferia, delle maternità e delle donne stanche e silenziose”. Allievo di Semeghini e Aldo Carpi, assorbì e riconobbe come propri lo spirito di nobile indipendenza e senso di anticonformismo.
Frequenta e vive l’ambiente artistico milanese degli anni Cinquanta, è un osservatore attento e partecipe,ma meditativo e preferisce l’isolamento, convinto che l’avventura estetica si debba vivere dentro se stessi. I suoi quadri esprimono dialoghi senza parole, il silenzio, quel silenzio che lo accompagnava nella vita quotidiana e che lo porterà a raggiungere “risonanze di spirituali libertà”.
La sua indipendenza, che non lo riconduceva né tra i “figurativi”, né tra gli “astrattisti”, non lo ha fatto rientrare in quel mercato dell’arte,a volte troppo facile, di quegli anni. Ma ciò lo ha salvato dalla maniera, dalla retorica. Nella sua storia artistica sono evidenti l’eco di Klee e Licini, ma certo non esaurisce la sua pittura, fatta di simboli resi con rara finezza estetica. Le opere esposte in mostra, tra pittoriche e sculture, documentano in modo prezioso e significativo, la sua attività degli anni ’70 e ’80, la sua ricerca di calma, di serenità, mostrando della vita quotidiana l’invisibile, l’indicibile.
Grazie alla disponibilità del figlio Stefano Mazzola, il Museo Bertoni ospita la mostra di un artista forse ancora poco conosciuto e considerato. Molte e importanti sono state le esposizioni che lo hanno visto protagonista: si pensi a quelle della Galleria Schubert e San Fedele a Milano, negli anni ’70, per arrivare più di recente alla importante mostra antologica della Casa del Mantegna di Mantova e della Galleria Tartaglia di Roma. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Guido Ballo, Raffaele De Grada, Gillo Dorfles, Renzo Margonari e Mario De Micheli.
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