Da Busto a Madrid, in piazza per indignarsi
Igor Costarelli è un lettore abituale di VareseNews: residente a Busto Arsizio, vive a Madrid per studiare. Sta seguendo la protesta degli "Indignados" che da giorni animano la piazza della capitale spagnola
Prosegue da cinque giorni la protesta a Madrid: migliaia di giovani in piazza per una democrazia partecipativa.
Nemmeno la decisione della Junta Electoral Provincial di vietare gli accampamenti, è bastata a fermare l’ondata di mobilitazione che sta scuotendo Madrid e tutta la Spagna.
L’epicentro è la centralissima Puerta del Sol, ribattezzata da qualche giorno “SOLución”, come si legge dal cartello all’entrata della stazione metropolitana.
Tutto ha inizio domenica 15 maggio, giorno della manifestazione convocata dalla piattaforma “Real Democaracia Ya”, in più di cinquanta città spagnole. A fine giornata, qualche centinaio di giovani decidono di continuare la protesta accampandosi con tende e sacchi a pelo di fronte alla sede del governo regionale, in Plaza del Sol, intenzionati a rimanerci fino al giorno delle elezioni amministrative, fissato per domenica.
Martedi mattina, alle prime luci dell’alba, circa 350 persone sono state sgomberate dalle forze dell’ordine, mentre attraverso i social network in poche ore, si organizza una nuova protesta che ha portato in piazza migliaia di “indignados”. Il movimento 15-M, così viene battezzato, continua a darsi appuntamento ogni sera in una Puerta del Sol gremita di persone, e sempre più blindata dalla polizia. Nemmeno la pioggia caduta nella capitale mercoledi notte, ha intimorito gli accampati.
“La chiamano democrazia, ma non lo è” urla la piazza. I manifestanti, perlopiù giovani, chiedono un cambio dell’attuale sistema democratico, a favore di una maggiore partecipazione cittadina, e una una riforma della legge elettorale.
In Spagna, oggi, più di cinque milioni di persone sono senza lavoro, mentre la discoccupazione giovanile ha raggiunto un tasso del 45 %. L’incapacità di avviare riforme efficaci contro la crisi economica e il precariato, sono solo alcuni dei motivi che scatenano l’indignazione della gioventù senza futuro.
Alla vigilia delle elezioni regionali, i partiti politici tentano di guadagnarsi le simpatie di quanti
hanno invaso le piazze in questi giorni, ma i manifestanti ribadiscono la loro assoluta estraneità
rispetto a qualsiasi logica politica.
Il movimento 15-M ha già contagiato i giovani di tutta Europa. Parigi, Berlino, Amsterdam, Londra e persino Buenos Aires e Bogotà appoggiano la mobilitazione.
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