La Russa a Busto: «Le elezioni sono un referendum su Berlusconi»
Il ministro della difesa in piazza San Giovanni per il rush finale della campagna di Farioli. Rivendica i successi del governo a livello nazionale mentre è Pellegatta ad attaccare l’avversario Stellut
Per il candidato sindaco Gigi Farioli, stanno scendendo in campo i big del PDL. Dopo l’onorevole Gasparri, l’11 maggio è il turno del ministro della difesa Ignazio La Russa. Rispondendo alle domande del direttore di Rete 55, Matteo Inzaghi, il Ministro ha subito spiegato i «3 buoni motivi per votare PDL». Prima di tutto c’è il «bisogno di dare continuità e -ignorando forse la querelle di qualche settimana fa- l’andare con la Lega significa che non ci sono validi motivi per cambiare il leader di questa amministrazione» per poi ribadire la necessità di «far imporre il PDL come primo partito della provincia e della regione». Il terzo e più importante motivo, sottolineato anche dall’effervescente intervento introduttivo del sottosegretario Laura Ravetto, rimane comunque la «valenza politica di queste elezioni». La Russa crede infatti che questa consultazione sia «un referendum pro o contro Berlusconi». E proprio per questo il suo intervento muta presto in un elogio della politica del governo. Racconta di come le politiche economiche «abbiano salvato il Paese dal baratro della crisi», di come «grazie alle leggi fatte da noi e all’aiuto delle forze dell’ordine abbiamo arrestato i più pericolosi latitanti» e di come «le infrastrutture siano state abbondantemente rilanciate».
E dopo aver elencato i successi, parte l’affondo agli avversari: «Come si può -si chiede il ministro- trattare con un’opposizione che ha il solo fine di far cadere il governo». Ricorda il tentativo della spallata all’esecutivo del 14 dicembre, denunciando il presunto disegno della sinistra che «mirava a creare un governicchio per poi cambiare la legge elettorale prevedendo un solo articolo: “chi prende meno voti vince”». E poi rilancia. «Non credo che la sinistra sia quella di un tempo ma i metodi per annientare l’avversario fino a renderlo incapace di difendersi non mai cambiati».
Non poteva mancare neanche l’attacco alla magistratura rea di «aver imputato Berlusconi dal giorno dopo della sua discesa in campo» con processi che «non si sono mai conclusi con una condanna».
Pochi i cittadini accorsi a sentire il ministro che per circa un’ora ha parlato in piazza San Giovanni toccando anche il tema dell’immigrazione, della legge elettorale e del “tradimento” finiano.
E ci pensa Ninetto Pellegatta a riportare il discorso sul terreno della città. Brandendo in mano un volantino del PD, arringa la piazza con la considerazione che «a Busto la sinistra candida Carlo Stelluti che è stato sindaco di Bollate». Alla fine del mandato «si è ricandidato sindaco ed è stato bocciato dagli elettori». E quindi, affonda il consigliere ex AN, «se avesse fatto bene il suo lavoro non sarebbe qui. Noi non vogliamo il sindaco di Bollate!». Grande assente dall’incontro Gigi Farioli, bloccato in ospedale a causa di problemi di salute in via di superamento.
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