I comuni fanno rete contro il gioco d’azzardo
Giovedì 9 giugno, nella sala consiliare di Azzate esperti parleranno dei rischi psicologici e sociali del gioco lecito. Sono dodici le amministrazioni già scese in campo
Varese non è terra di gioco d’azzardo. Sarà perché da dieci anni la dottoressa Daniela Capitanucci e la sua associazione And conducono campagne culturali e iniziative di assistenza, sarà perché ci sono molti amministratori attenti ai problemi sociali del proprio territorio, sta di fatto che in provincia di Varese ben 12 comuni, su un totale nazionale di un centinaio di amministrazioni, hanno deciso di adottare ordinamenti o regolamenti molto restrittivi in tema di gioco d’azzardo lecito.
Lo scorso anno, gli italiani hanno speso 61 miliardi di euro tra slot machines (50% dell’ammontare totale), gratta e vinci (16%), scommesse e bingo. In provincia di Varese 215.000 persone hanno ammesso di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella vita ma di questi, almeno 20.000 hanno sentito l’impulso di giocare somme di denaro sempre più ingenti, mentre sono 8.600 i giocatori che rispondono a un profilo di rischio “moderato” di perdere il controllo.
Nel nostro territorio si sta tentando di fare rete coinvolgendo un numero sempre maggiore di comuni che condividano politiche di contenimento: « Il problema è che i comuni devono lavorare insieme – il sindaco di Azzate Giovanni Dell’Acqua – altrimenti i giocatori si spostano solo di pochi chilometri. Ecco perché alla nostra serata abbiamo invitato tutti e 140 i primi cittadini, perché vengano a condividere una strategia unitaria».
Alla serata parleranno oltre al vicesindaco di Samarate Albino Montani e all’assessore di Empoli Filippo Torrigiani, autore di un regolamento dettagliato sul gioco lecito , anche la dottoressa Capitanucci che da anni richiama l’attenzione sulla patologia di questo fenomeno, che incide sulla sfera psichiatrica dell’individuo: « Questa materia è totalmente nelle mani dello Stato e i comuni hanno le mani legate. Vedono i danni ma non possono intervenire che con azioni di prevenzioni e cultura. Di gioco ci si può anche ammalare ma le cure ancora mancano».
Appuntamento per il 9 giugno alla sala consiglio di Azzate a Villa Castellani dalle ore 20.
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