La Gioconda? Sgarbi: “Maroni la voleva a Varese”
Il più famoso quadro del mondo ha rischiato di venir esposto in città. Per colpa di un imbianchino di Dumenza
La più fotografata del mondo. La più copiata. Poteva arrivare a Varese. E invece La Gioconda resta nel Louvre. Colpa della fragilità del dipinto. Ma se si fosse mossa, prima ancora di arrivare agli Uffizi fiorentini avrebbe potuto fare una capatina anche a Varese. Motivo? «Tra breve ricorre il centenario del furto. A compierlo fu Vincenzo Peruggia, imbianchino del Varesotto, e il ministro degli Interni pensava di commemorare la ricorrenza esponendo a Varese il quadro». Sono le parole di Vittorio Sgarbi, che in un’intervista pubblicata oggi sulla Stampa, a firma di Rocco Moliterni , spiega il retroscena che farà scendere una lacrima ai tanti appssionati d’arte, che magari proprio da Malpensa sono partiti alla volta della ville lumière per concedersi qualche ora di estasi artistica in quel di Parigi.
Ma Sgarbi continua a raccontare, sempre nell’intervista, il motivo per cui la cosa non si fece. «Gli spiegai – spiega sempre alla Stampa il noto critico d’arte, riferendosi a Bobo Maroni – che era difficile dire ai francesi che andava a Varese. Ma visto che il ladro (Peruggia ndr) l’aveva portata anche a Firenze, se avessimo puntato sugli Uffizi la cosa si poteva fare».
La moneta di scambio per avere la Gioconda sarebbe stato il prestito al museo francese dei Bronzi di Riace (peraltro al centro di una polemica sul loro utilizzo in uno spot pubblicitario sulla Regione Calabria) Come è andata? chiede il giornalista del quotidiano torinese a Sgarbi: «Si trattava di superare, prima delle resistenze del Louvre, quelle di Scopelliti, presidente della Regione Calabria. Ci muovemmo in tandem con Mario Resca, direttore per la valorizzazione del patrimonio al ministero dei Beni culturali. Spiegammo a Scopelliti che che con gli introiti dell’esposizione dei Bronzi in Francia avrebbe potuto sistemare il museo (e non solo quello) che li ospita. Inoltre sarebbe stata una grande pubblicità per la sua regione. Misi al corrente della cosa Maroni, che mi disse che ne avrebbe parlato nell’incontro bilaterale con Sarkozy, quando era in corso la trattativa sul problema dell’immigrazione. Poi non ne ho saputo più nulla».
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