Mangia: “Bravi ragazzi, avete fatto qualcosa di unico”
Scapini: «Si è chiuso un ciclo: ripartiamo». Il capitano Bianchetti: «È stata la stagione più bella della mia vita»
Nel dopopartita c’è da commentare una pagina amarissima della storia del Varese. Il primo a farlo è Devis Mangia (nella foto di Valeria Pisano), al suo ultimo giro di taccuini in biancorosso (come noto si trasferirà a Palermo dove guiderà la Primavera rosanero): «Cosa ci è mancato stasera? 10 secondi. Non posso augurare a nessuno quello che è successo: avevamo il campionato italiano in mano. Adesso c’è grande amarezza ma ciò che è stato detto tutto l’anno vale anche oggi: bisogna interpretare i momenti difficili come momenti di crescita. Non è facile, ma dobbiamo farlo». La direzione di gara non ha convinto e i due episodi favorevoli alla Roma (il dubbio angolo in occasione del 2-2, il tocco di mano da cui è iniziata l’azione del 3-2) hanno pesato sul risultato: «Non ho intenzione di commentare queste cose – spiega il tecnico –, purtroppo il calcio è così e va accettato: sarebbe naturale farlo, ma non voglio. Complimenti alla Roma che ha vinto, un applauso più grande va però ai miei giocatori: è giusto che questi ragazzi rimangano nel cuore di Varese. Speravamo di fare ancora di più, ma credo che un piccolo regalo alla città lo lasciamo lo stesso. Quest’anno è successo qualcosa di incredibile: tantissime storie diverse si sono trovate insieme e hanno dato vita ad una storia ancor più straordinaria. Siamo diventati una squadra, un gruppo unito dentro e fuori dal campo, abbiamo raggiunto la semifinale del Torneo di Viareggio e la finale Scudetto. Ai miei ragazzi dirò: bravi, avete fatto qualcosa di unico. In questi giorni voglio stare ancora con loro, poi dirò arrivederci a Varese: arrivederci, perché questa è casa mia e non gli dirò mai addio». Ripartire dai ragazzi della Primavera in prospettiva Prima squadra: si può? «Questi ragazzi hanno potenzialità: penso che alcuni siano già pronti per la prima squadra, altri hanno bisogno di fare ancora esperienza. Questi devono avere la fortuna di avere per un anno o due una persona che insegni, che li guidi nei momenti positivi e in quelli negativi. Per alcuni potrebbe essere positiva anche un’esperienza in una Prima divisione. La cosa più importante però è dare fiducia a chi viene tenuto; non deve succedere che alla prima difficoltà si pensi allora che non sono pronti». Anche il direttore Giorgio Scapini (nella foto di Fabrizio Riboni insieme a Devis Mangia) è affranto per l’amaro finale, ma l’orgoglio per quanto fatto prende subito – e giustamente – il sopravvento: «Adesso c’è rammarico e anche da recriminare: l’angolo non c’era, il fallo di mani sul terzo gol è evidente. Ma si sa, il calcio dà e toglie. È stata una favola ma con un brutto finale. Domani ci sveglieremo senza Scudetto, ma sicuri di essere i vincitori morali; domani penseremo che siamo stati tutti meravigliosi. Sappiamo che è difficile che possa ricapitare, ma noi proveremo a farlo succede ancora. Si è chiuso un ciclo, anche con la Prima squadra: ripartiamo. Il Varese ha un grande cuore e questo ci fa sperare per il futuro. Fa piacere che tutti i tifosi neutrali tifassero per noi: Varese esce con un’immagine di una squadra che chiude si al secondo posto, ma con la testa altissima e la consapevolezza che meritava di più. Oggi siamo tristi, ma domani saremo orgogliosi. Forza Varese». A nome del Gruppo parla Matteo Bianchetti, capitano biancorosso: «È dura. Perdere così poi dà fastidio: abbiamo commesso degli errori, sicuramente, ma la Roma ha avuto qualche situazione favorevole di troppo. Siamo dispiaciuti, anche se a settembre nessuno poteva pensare di arrivare fin qui. Rimane comunque una stagione indescrivibile di un gruppo magnifico dentro e, ancor di più, fuori dal campo. È stata la stagione più bella della mia vita».
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