Se l’ippica va male è tutta colpa di “Roma ladrona”

Non esiste un vero mercato per i cavalli da corsa e i proprietari ci rimettono i soldi. L'Unire non fa la sua parte e il prelievo sulle scommesse è troppo alto. Ma anche quest'anno la stagione estiva del galoppo partirà

«Peccato, Zaia quando faceva il ministro dell’Agricoltura ci era quasi riuscito a trasformare l’Unire. Poi ha avuto il sopravvento la solita politica». Sospira Bruno Specchiarelli, assessore provinciale, intervenuto all’ippodromo delle "Bettole" per la presentazione della stagione estiva di galoppo. Come ogni anno non potevano mancare le accuse di Guido Borghi, presidente della “Varesina” (società che gestisce le attività ippiche), a Roma e ai palazzi del potere del mondo equino che non danno «le corse al sabato…i montepremi adeguati… i contributi alle manifestazioni del settore…». E tante altre cose.
Roma sarà anche ladrona, ma la Lega Nord, di cui Specchiarelli fa parte, esprime ministri, sottosegretari e vari uomini nelle stanze del potere romano che evidentemente non riescono, o magari non vogliono, fare lobby a favore dell’ippodromo di Varese. Inoltre, alle "Bettole" si corre il premio Guido Ermolli, che attira i big della politica di centrodestra (Bruno Ermolli è un uomo vicino a Berlusconi). Per una notte ministri, governatori, manager di alto rango e finanzieri affollano la club house. Eppure, nonostante tutti questi “mammasantissima”, non si riesce a scardinare la vecchia logica che governa l’Unire (Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine) e tutto ciò che gli gira intorno in termini economici.
A onor del vero, non è che con il centrosinistra le cose nel carrozzone Unire andassero meglio. Ed è anche vero, come dice Borghi, che l’ippica è un mondo complesso che deve fare riferimento a troppi ministeri e a troppi soggetti. Insomma, ci vorrebbe una bella semplificazione, ma evidentemente nel rogo delle leggi inutili, organizzato dal ministro del Carroccio Calderoli, non c’era nulla che riguardasse il mondo dei cavalli.
(foto, da sinistra: Guido Borghi discute con Bruno Specchiarelli)
«Quando fanno le riunioni a Roma, nessuno dei varesini va giù o mandano chi non puo’ incidere» dice Marco Gonnelli, allenatore di galoppo e senese verace, che conosce molto bene quel mondo. «Il vero problema – continua l’allenatore – è rappresentato dalle scommesse. Quelle legate all’ippica sono poco concorrenziali, in quanto il prelievo fatto dallo Stato è alto perché serve a finanziare la politica. Ecco perché nessuno fa nulla. Il rilancio dovrebbe partire da lì e da un’azione di marketing forte sugli ippodromi. Quando ero a Livorno, ad esempio, ogni tanto chiamavano il mitico Lester Piggott che montava sei corse su sei anche se erano di qualità modeste».
Guido Borghi, che è anche proprietario di cavalli, lamenta: «Due milioni di euro di investimenti sull’impianto, in cambio di cosa?». A sentire il presidente della "Varesina" in questi anni hanno guadagnato solo gli allevatori e i fantini. I proprietari e gli allenatori, invece, no. Anzi, spesso chi allena è dovuto diventare forzatamente proprietario perché, a differenza del passato, non c’è un vero mercato per i cavalli da corsa.
Nonostante tutto ciò, la stagione estiva all’ippodromo delle "Bettole" ricomincia e già il 5 luglio ci sarà il premio Ermolli. Come ogni anno arriveranno i grandi nomi della politica e della finanza. Sarà annunciato anche Berlusconi, che non verrà. E tutti siederanno a cena allo stesso tavolo, sulla terrazza della club house, felici e contenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Giugno 2011
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