Si fingevano italiani per entrare in Gran Bretagna
La Polizia di Frontiera dell'aeroporto varesotto ha arrestato tre dei 4 componenti di un'organizzazione che forniva false carte d'identità italiane a cittadini brasiliani che volevano entrare nell'isola. Era previsto anche un corso di "italianità"
Barqueiro significa traghettatore in brasiliano. Il nome dell’operazione che la Polizia di frontiera di Malpensa ha messo in atto nei giorni scorsi dice tutto. Un’organizzazione di 4 persone, tre delle quali tratte in arresto, organizzava l’ingresso irregolare nel territorio della Gran Bretagna di cittadini brasiliani che, per riuscire ad entrare nei confini della "perfida Albione", si fingevano italiani. I risultati dell’operazione sono statri presentati questa mattina proprio negli uffici della Polizia di Frontiera dal vice-questore aggiunto Giuseppina Petecca e dal dirigente Giovanni Pepe: l’indagine ha preso il via dal respingimento di un cittadino brasiliano dal Regno Unito all’Italia nel novembre 2009 perchè aveva esibito una carta d’identità italiana falsa. Subito è scattata l’indagine che ha visto collaborare la Polaria insieme all‘Agency border britannica per risalire all’organizzazione, anche sulla base di alcune dichiarazioni dello stesso cittadino brasiliano respinto.
In breve tempo si è risaliti ad un sito web che proponeva ai cittadini brasiliani, dietro compenso di una somma di circa 2000 euro, metodi poco ortodossi per raggiungere la Gran Bretagna, meta ambita dei brasiliani ma che comporta problemi a causa dei controlli serrati da parte delle autorità che sorvegliano l’immigrazione proprio nei confronti dei cittadini carioca. Il sito web, oltre a dare indicazioni su come fare, forniva agli interessati la possibilità di passare attraverso l’Italia dove i cittadini brasiliani posso entrare senza visto turistico e qui, una volta forniti di documenti italiani falsi e un breve corso di comportamento e di look per apparire "italiani", prendere un volo per la Gran Bretagna ed entrare nel Paese tanto sognato. L’organizzazione che stava dietro il sito web era formata da un cittadino italo-brasiliano, Hermes Motta Mesquita di 58 anni, un cittadino brasiliano, Patrick Bahia Sanguinete di 32 anni, e due senegalesi, Abdou Rahmane Fall di 38 anni e Chamoune di 30, quest’ultimo ancora latitante.
Il primo era a capo del gruppetto e coordinava arrivi e partenze dal Brasile verso l’Italia e da qui verso il Regno Unito mentre il secondo si occupava di addestrare i "clienti del servizio" per apparire italiani e i due senegalesi si occupavano di procurare le carte d’identità rubandole nelle anagrafe dei comuni. Dalle perquisizioni nelle abitazioni dei tre sono state trovate carte d’identità vergini e computer con i dati sui flussi. I quattro operavano in tutti gli aeroporti del nord-Italia e non solo a Malpensa. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Silvia Isidori.
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