Uomini ed eroi sotto il porticato di Palazzo Estense
Il volume racconta le vicende dei personaggi celebrati nei ricordi marmorei della sede comunale. Uomini che diedero il loro contributo in momenti cruciali della vita cittadina. L’opera è a cura di Serena Contini
Alzi la mano chi non è mai passato sotto il porticato di Palazzo Estense. E ora la alzi chi si è mai soffermato ad osservare i ricordi marmorei che, tra un ufficio e l’altro, percorrono tutto il corridoio del piano terra. Se infine, all’ultima alzata di mano, chiedessimo chi ha mai dedicato parte del proprio tempo ad approfondire le vicende dei personaggi che le lapidi raccontano, forse non ne conteremmo neanche una. Ed è un vero peccato, perché dietro quelle incisioni si “nascondono” storie di uomini ed eroi, cittadini esemplari della città giardino, patrioti, sindaci, amministratori, personalità che hanno contribuito con la loro attività al benessere e alla crescita della comunità.
Le loro vite sono state studiate da Serena Contini e sono state raccolte nel volume “Il lapidario di Palazzo Estense a Varese – Storie di uomini e di eroi” con prefazione di Giuseppe Armocida e Robertino Ghiringhelli e schede a cura di Francesca Boldrini, Daniele Cassinelli, Serena Contini, Elisabetta Ghiringhelli e Piero Mondini. La pubblicazione è stata presentata questa mattina in un affollatissimo Salone Estense: è edita dal Comune di Varese in occasione delle manifestazioni per il 150° dell’Unità d’Italia.
«Con questo volume – ha spiegato il sindaco Attilio Fontana – l’Amministrazione cittadina ha infatti voluto sottolineare la propria storia, nelle sue epiche pagine, anche risorgimentali, nell’intento di conoscere e valorizzare il patrimonio storico-artistico della città. Quando il Presidente Napolitano è venuto in visita a Varese gli ho parlato di questo volume, e il numero uno sarà inviato proprio al Presidente della Repubblica».
«Troviamo qui i segni di quegli uomini concreti e non cicale che con il pensiero e con l’azione diedero il loro contributo nei momenti cruciali della nostra vita comune – hanno sottolineato Giuseppe Armocida e Robertino Ghringhelli – Dalle famiglie Dandolo, Adamoli, Della Chiesa, Orrigoni, presenti anche nella toponomastica varesina, sino all’italo svizzero Emilio Morosini, al sindaco per eccellenza della costruzione prealpina dell’ideale italiano, Carlo Carcano, al dipendente comunale Calogero Marrone, ai notabili dell’Italia liberale Giacomo Limido, Cesare Veratti, Giuseppe Bolchini, al partigiano Claudio, si snoda un filo che collega i momenti cruciali di una storia che è sempre più storia sociale, cioè storia di tutti gli uomini e delle loro mentalità”.
«Fino al secondo Novecento – ha spiegato Serena Contini – è stata radicata la convinzione dell’importanza di celebrare i propri cittadini che si erano segnalati per il loro esemplare comportamento. In quell’età c’era un forte senso di appartenenza alla città: le lapidi sono state tutte realizzate tramite sottoscrizioni pubbliche, e cioè, come si trova scritto nei documenti, con “consenso di popolo”. Insomma, quello che si trova a Palazzo Estense è un vero e proprio Pantheon cittadino».
Il volume sarà a disposizione di chi lo volesse consultare alla sede della biblioteca civica di via Sacco.
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