Crolla la borsa, l’Italia sotto attacco degli speculatori
Dopo il venerdì nero è arrivato anche il lunedì nefasto di Piazza Affari. Corsa al ribasso dei titoli bancari.La differenza tra i titoli di stato italiani e i bund tedeschi tocca il massimo storico (300 punti)
L’Italia è sotto l’attacco degli speculatori finanziari, il momento è così grave che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha richiamato tutti alla «coesione nazionale». Lunedì 11 luglio 2011 verrà ricordato a lungo come il giorno più lungo per il Belpaese.
Alla riapertura della borsa, dopo il venerdì nero, lo spread (la differenza) tra i titoli di stato italiani e bund tedeschi ha toccato la soglia storica del 3 per cento, mentre i titoli bancari hanno fatto registrare una caduta rovinosa: Intesa Sanpaolo (-7,44), Unicredit (-6,33%) e Mps (-4,48%). L’Europa della finanza ha subito un effetto domino: in Francia crollavano i titoli del Credit Agricole e Bnp. In Germania quello della Commerzbank e Deutsche Bank. Sorte negativa seguita da molti titoli assicurativi. Gli unici a tenere erano i titoli di stato olandesi e francesi che pur aumentando il loro spread rispetto ai bund tedeschi non subivano la febbre da vendita speculativa.
Alla riapertura della borsa, dopo il venerdì nero, lo spread (la differenza) tra i titoli di stato italiani e bund tedeschi ha toccato la soglia storica del 3 per cento, mentre i titoli bancari hanno fatto registrare una caduta rovinosa: Intesa Sanpaolo (-7,44), Unicredit (-6,33%) e Mps (-4,48%). L’Europa della finanza ha subito un effetto domino: in Francia crollavano i titoli del Credit Agricole e Bnp. In Germania quello della Commerzbank e Deutsche Bank. Sorte negativa seguita da molti titoli assicurativi. Gli unici a tenere erano i titoli di stato olandesi e francesi che pur aumentando il loro spread rispetto ai bund tedeschi non subivano la febbre da vendita speculativa.
Piazza Affari è dunque crollata così come altre borse europee e anche Wall Street, la cui apertura era stata in deciso calo. Nonostante tutto questo, Tremonti che lunedì era all’Ecofin ha incassato la fiducia per la manovra finanziaria dalla Germania e dall’Eurogruppo e oggi si appresta a firmare il bilancio dello Stato.
Ma chi ha venduto ieri, causando il crollo della borsa? Tutti, nessuno escluso con il concorso dei grandi speculatori hedge fund e dei grandi dealer, anche se le vendite allo scoperto sembra che non abbiano avuto un ruolo decisivo, perché a decretare il crollo dei titoli italiani sono stati gli investitori stabili, perlopiù i fondi americani. L’inizio dell’attacco speculativo si è infatti avuto dopo le 13, quando iniziano a operare i mercati d’Oltreoceano. A questi si aggiungono anche i piccoli risparmiatori che probabilmente hanno mal digerito la norma inserita da Tremonti in Finanziaria che ha aumentato notevolmente la tassazione dei dossier titoli. Altro aspetto non secondario, è stato l’acquisto di Cds (credit default swap) senza titoli da assicurare, che equivale a una vendita allo scoperto.
Ora, proprio sulla regolamentazione delle vendite allo scoperto e i suoi effetti nefasti sui titoli di stato, il dibattito si sposta a Bruxelles.
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