Frontalieri, Reguzzoni: “La Lega non abbassa la guardia”
“Il primo passo è la rimozione della Svizzera dalla black list, poi la mediazione”. Giorgetti: “Bene lo spirito di unità del territorio”
«La partita per la soluzione del blocco dei ristorni ai frontalieri si gioca su due campi: la rimozione della Svizzera dalla black list e la ridiscussione dei patti bilaterali. E la Lega Nord è al lavoro su entrambi i fronti».
È il messaggio che il capogruppo del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni, ha voluto lanciare ai sindaci della Provincia di Varese e ai rappresentanti degli enti locali di frontiera, riunitisi ieri nel capoluogo varesino per discutere del problema legato al blocco del 50% dei ristorni ai frontalieri, deciso dal Canton Ticino.
«Sono contento – ha aggiunto il deputato varesino e presidente della commissione bilancio alla Camera Giancarlo Giorgetti – che il territorio si stia muovendo in modo sinergico e con un forte spirito di unità. Lo stesso spirito con il quale la Lega Nord sta affrontando la vicenda perché, nonostante qualcuno insinui il contrario, la nostra attenzione è e rimarrà alta, fino alla soluzione dei problemi che riguardano centinaia di Comuni nelle Province di Varese, Sondrio, Como, Lecco e Verbania».
«Riteniamo – ha continuato Marco Reguzzoni – che il nodo della black list debba essere sciolto al più presto, e per raggiungere questo scopo ci siamo mossi per primi. All’inizio di giugno abbiamo infatti presentato una mozione per tutelare gli interessi dei frontalieri, che è stata approvata e che ha come elemento cardine la rimozione della Svizzera dalla black list. In questo modo la macchina diplomatica si è messa in moto: ho già personalmente sollecitato l’attuazione dell’apposita mozione, interpellando anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, e continuerò su questa strada affinché la questione posa risolversi nel più breve tempo possibile».
«Nell’auspicabile revisione dei patti bilaterali, fra l’altro vecchi di quarant’anni, si dovranno poi affrontare altre problematiche. Mi riferisco per esempio al fatto che i soldi dei ristorni, prima di entrare nelle casse dei Comuni, vengono trattenuti dal cantone di provenienza e poi da Roma. Sarebbe auspicabile invece che i ristorni venissero versati direttamente ai Comuni di interessati».
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