I lavoratori bocciano i piani di sviluppo dell’azienda ospedaliera

Riuniti in assemblea, i dipendenti dell'ospedale chiedono al direttore di non chiudere la cardiochirurgia

Assemblea dei lavoratori ieri all’ospedale di Cuasso. In agenda i programmi di sviluppo dell’attività alla luce dei ritardi nei lavori di ristrutturazione. Al termine dell’assemblea, i lavoratori hanno scritto una nota per chiarire la propria posizione: 
«Sono passati 5 anni da quando RSU ed i lavoratori di Cuasso coinvolsero gli Enti Locali e la popolazione, con una serie di assemblee pubbliche, raccogliendo più di 2500 firme a sostegno di un progetto credibile ed attuabile di rilancio della struttura ospedaliera di Cuasso. 
Vennero allora accreditati 144 posti letto e approvato un progetto di ristrutturazione che prevedeva un aumento dei volumi pur in presenza di risorse limitate.  
Risultato: una ditta che non riesce a portare a vanti i lavori, l’Azienda che deve riprendere in mano il cantiere, cui si aggiungono ritardi per le mancate certificazioni antisismiche e delle belle arti.
E intanto il tempo passa, sino ad arrivare alla conclusione che, in presenza di limitatezza di risorse, bisogna ridimensionare il progetto di ristrutturazione, massimo 70 posti letto. Soldi e tempo sprecati, e intanto i dipendenti e la comunità continuano ad aspettare, con grande amarezza anche in relazione all’enorme esposizione di soldi pubblici per investimenti in edilizia sanitaria in tutta l’Azienda, Circolo – Ponte – Verbano, e all’esiguità dell’impegno su Cuasso.
E la novità di oggi, mentre ancora si aspetta il progetto di rilancio del presidio ospedaliero e quella di un ulteriore taglio: la chiusura della cardiologia riabilitativa per spostarla a Luino.
In alternativa verrebbero aperti 12 posti letto di cure intermedie
soprattutto per i bisogni della Comunità Montana del Piambello, posti che potevano già da tempo essere attivati visto che ne erano già stati accreditati 29 di geriatrica generale. 
Abbiamo chiesto all’azienda di ripensare la sua scelta, con tutti gli annessi dagli ambulatori cardio e telemedicina dello scompenso cardiaco. Non siamo contrari ad aprire nel luinese posti per la cardiologia riabilitativa, se l’ambito territoriale richiede ma la cardioriabilitazione può proseguire anche a Cuasso. Chiediamo: alla Direzione Sanitaria e Generale di affrontare i problemi veri e non ricorrere ad alibi inconsistenti.
Agli Enti Locali, ai Sindaci, alla politica in senso più vasto, di rapportarsi anche coi lavoratori e le rappresentanze sindacali, NOI difendiamo il bene pubblico come servizi alla persona e patrimonio strutturale e professionale. A questi interlocutori facciamo notare che non si difendono infrastrutture pubbliche rivendicando solo posti letto ma bisogna partecipare con progetti propri che migliorino strutture e servizi. All’opinione pubblica e ai media di non considerarci la periferia, quasi il superfluo dell’offerta sanitaria, siamo perfettamente integrati nella rete dei servizi sanitari molto più di altri e con capacità professionali e di relazione umana spesso inesistente in ambiti più noti.

ERAVAMO CONTRARI NEL 2005 A SOVRADIMENSIONARE UN PROGETTO SBILANCIATO, indicavamo una strada realistica di crescita e consolidamento ma non siamo stati ascoltati. SIAMO ORA CONTRARI A UN SOTTODIMENSIONAMENTO, non vorremmo avere ragione fra 5 anni perchè sarebbe troppo tardi per tutti. La ristrutturazione di Cuasso, per la quale sono state investite risorse, deve essere portata a termine. Alla Direzione Generale Regionale e alla sfera della politica chiediamo oggi di non lasciarci da soli, di non disperdere un patrimonio aquisito negli anni con tanta fatica e passione, perché siamo consapevoli di avere un ruolo importante nell’offerta di servizio sanitario e sociale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Luglio 2011
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