Il kit dell’alpinista soccorritore
Ecco l’equipaggiamento di chi interviene sui monti. La regola d’oro: portare il necessario per essere veloci
Ciaspole e ramponi? O scarpette da roccia? O da trekking? Queste domande non se le fanno mai quelli del soccorso alpino: spetta infatti al caposquadra – figura di riferimento e coordinatore dell’intervento – dire che abbigliamento e quali supporti tecnici utilizzare. E in pochi minuti.
L’abbigliamento “tipo” per affrontare la montagna è sempre quello della divisa composta da: pantaloni e giubba,
scarponi da montagna,
gilet ad alta visibilità,
imbracatura bassa (per l’elicottero è necessaria un’imbracatura “alta”),
occhiali/maschera, sempre per proteggersi dal vento delle pale dell’elicottero,
il casco,
la radio;
artva (apparecchio di ricerca in valanga), pale e sonda in caso di intereventi su neve.
Quest’ultimo presidio è fondamentale per essere raggiunti dalle comunicazioni di servizio, ma anche inviare richieste di soccorso in caso di pericolo. Oppure per venir “tracciati” dalla centrale operativa di Lecco con segnali radio che identificano le coordinate geografiche precise.
Poi, come ogni attività all’aperto, anche quella legata al soccorso alpino risente delle attrezzature stagionali: ciaspole o sci nella stagione invernale, scarponi e scarpette da arrampicata d’estate.
A disposizione delle due squadre Cnsas (Varese e Luino) ci sono poi un Pik up e una jeep a passo corto agevole per l’impiego nei sentieri di montagna.
Un capitolo a parte vale per l’elicottero: i volontari del Cnsas vengono imbarcati su eliambulanze o mezzi delle forze dell’ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri ecc): qui l’unico limite all’intervento è la visibilità: gli elicotteri non volano in caso di nebbia e non oltre le effemeridi, quindi il limite della luce a seconda delle stagioni. I nuovi elicotteri in uso per il soccorso (vedi AW139) si muovono con la pioggia e sotto la neve e resistono bene anche al vento forte.
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