Il Parco denuncia: “La terza pista distruggerà la brughiera”
L'ente di gestione dice formalmente no all'allargamento dell'aeroporto: "La perdita della brughiera non è compensabile, non basta piantare alberi altrove"
Dalla brughiera la torre di controllo è tanto vicina che si vede bene, sopra la coltre degli alberi. Eppure, nonostante l’aeroporto a due passi, quando si è nel mezzo della brughiera, in alcuni momenti, sembra di essere nella savana, un ambiente straordinario e ricchissimo di specie animali e vegetavoli. «La perdita della brughiera di Malpensa non è mitigabile o compensabile con ripristini ambientali» dice Isabella Dall’Orto, direttore del Parco del Ticino, che ha formalizzato oggi il suo "No" alla terza pista e all’espansione dell’aeroporto. «Lo Studio d’Impatto Ambientale evidenzia la gravità dello stress ambientale, addirittura dichiara come "non sia possibile definire quali effetti" avrà» spiegano alla Dogana Austroungarica, sede varesina del Parco. L’ente che gestisce l’area naturale più ampia di Lombardia non ha preso una posizione a cuor leggero, ma ha fatto uno studio attento sulle 1800 pagine («da analizzare in 60 giorni») del Master Plan di Sea, il progetto imprenditoriale inviato al Ministero dell’Ambiente. Così si sono studiati l’impatto ambientale, ma anche le premesse economiche del progetto: «Non è stato chiarito neanche quale sia la strategia di Sea, anche perché lo studio è datato, c’è il dehubbing di Alitalia, ma il resto no».
«Il problema è che l’idea è vecchia, lo studio del MITRE sulla terza pista è di dieci anni fa: per le istituzioni dieci anni sono nulla, per l’economia sono un secolo» dice Piergiulio Gelosa, il sindaco di Lonate Pozzolo che ha capitanato l’opposizione dei Comuni (di ogni colore politico) della zona. «L’economia ha fatto tre giri di pista, intanto Malpensa è rimasta ferma».
Il giudizio del Parco va dunque a sostenere quello del territorio: il progetto è debole economicamente e i danni fatti sarebbero incolmabili. «Non condividiamo la politica del Nimby, ma sappiamo che l’ampliamento dell’aeroporto distruggerà inevitabilmente la brughiera più significativa per estensione della Pianura Padana» conclude la presidente del Parco Milena Bertani. Che al "no" chiaro espresso dal Cda (che riunisce anche i sindaci dell’intero territorio lungo il Ticino, tra Lago Maggiore e Po) fa seguire un appello alla Regione Lombardia, che deve esaminare il progetto per inviare a Roma la sua valutazione: «Il consiglio regionale proprio un anno fa, in occasione della seduta di Malpensa, aveva impegnato la Giunta ad assicurare il massimo raccordo tra la Valutazione d’Impatto Ambientale degli interventi sullo scalo e la procedura di Vas prevista sul territorio». Tradotto: chi governa dal Pirellone – a partire dall’assessore alle infrastrutture Raffaele Cattaneo – deve guardare con attenzione agli effetti che l’opera avrà sul territorio.
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