La replica di Ardito Borgo

I mebri dell'associazione sottolineano il motivo della loro presenza in consiglio comunale: "Non volevamo provocare ma ribadire il nostro diritto ad avere una sede. Quanto al fascismo: è successo più di mezzo secolo fa"

Riceviamo e pubblichiamo la replica dei ragazzi dell’associazione culturale "Ardito Borgo", accusata da parte del Comitato Antifascista di aver preso parte al primo Consiglio comunale di Bust Arsizio con in evidenza simboli legati all’estrema destra.

“Dopo le recenti polemiche per la presenza di militanti di Ardito Borgo in Consiglio comunale e la festa privata organizzata dagli Skinheads di Busto Arsizio, la nostra Associazione è stata più volte nominata e chiede la possibilità di replicare.

Durante la prima seduta del rinnovato Consiglio comunale, alcuni dei ragazzi di Ardito Borgo erano presenti nella sala ‘A. Castiglioni’ solo ed esclusivamente per ricordare la loro situazione associativa all’assise pubblica e al Sindaco Farioli. Tutta la dietrologia fatta dai finti amici della democrazia è alquanto ridicola.

Per quanto riguarda i commenti di alcuni cronisti, come lo stimato Direttore Matteo Inzaghi di Rete55, che parlano di comportamenti irriguardosi anche da parte dei nostri iscritti vogliamo far notare: i ragazzi di AB presenti, erano piuttosto giovani e hanno assistito ad una vera e propria sceneggiata maleducata ed insolente nei confronti delle istituzioni e di una persona morta che doveva essere celebrata, per questo la reazione è stata, inconfutabilmente, composta, ma di fronte a persone che urlavano in maniera scomposta e bofonchiavano parole arcaiche e fuori dal tempo, poteva anche scappare qualche sorriso di compassione.

Siamo tutti ragazzi nati dopo la II guerra mondiale, anzi addirittura anche i nostri genitori sono nati dopo, quindi la scena era totalmente assurda. Oggi in un paese normale si dovrebbe analizzare con la più totale tranquillità, la storia passata da oltre mezzo secolo, quindi oltre al giudizio fermo contro le atrocità fatte da una parte, si dovrebbero riconoscere con serenità anche le criticità e le violenze fatte dall’altra, così come stanno facendo alcuni storici, che dopo tanti anni di silenzio hanno il coraggio di scrivere la verità sulle stragi partigiane a danno dei civili. Questo DEVE succedere, perché oggi viviamo un’altra Italia, che non deve assolutamente avere delle catene col passato, ma deve iniziare ad essere libera di volare!

Tornando alle motivazioni della nostra presenza in Consiglio comunale, negli ultimi 6 mesi il Comune e le forze dell’ordine locali hanno:

– chiuso la sede di Ardito Borgo, adducendo come motivo la destinazione d’uso errata, motivazione sbagliata visto che le associazioni no profit possono stabilire la sede in qualunque locale e ricevuto inoltre ammende di migliaia di Euro per continui controlli effettuati ai locali;

– denunciato militanti di Ardito Borgo e Giovane Italia per aver attaccato uno striscione per ricordare Sergio Ramelli ragazzo vittima degli anni di Piombo (e proprio nel cortile del Comune la sera del 28 giugno i predicatori della democrazia urlavano il motto "Uccidere un Fascista non è reato", posto che di fascisti nel 2011 è assurdo parlarne);

Questo sommato anche alla misura repressiva contro la curva della Pro Patria e gli amici Ultras, che ha appena visto una pioggia di diffide, tutte da dimostrare, verso il tifo organizzato.

AB nei quasi 2 anni di attività si è schierata contro la Pedemontana, contro la Mafia, ha fatto propaganda a favore del SI a tutti i punti dell’ultimo referendum del 12 giugno, ha organizzato conferenze e banchetti per dare voce a queste problematiche. Ha creato uno spazio giovanile di confronto e aggregazione aperto a tutti coloro che volessero tesserarsi, nonostante il trasloco forzato da una sede all’altra. Tutto questo con sudore e sforzi economici a carico esclusivo dei ragazzi.

Essendoci scontrati frontalmente con il problema degli spazi sociali e giovanili, abbiamo anche organizzato una manifestazione, molto partecipata, in centro a Busto dove ci siamo occupati del problema a 360°. In fin dei conti vogliamo solo la possibilità di esprimerci negli spazi che ci sudiamo, non essere ghettizzati e criminalizzati per il nostro stile di vita, per questo l’appello va alla classe dirigente di Busto, che purtroppo appare poco attenta alle politiche sociali e giovanili.

Così come noi anche gli altri gruppi e associazioni hanno lo stesso problema; poi che siano rossi o verdi, guelfi o ghibellini, che parteggino per Ettore o Agamennone non ci importa”.

Per quanto riguarda il foulard: abbiamo assistito alla scena da meno di un metro di distanza, un giovane ragazzo che assisteva vicino a noi al consiglio comunale si è visto arrivare incontro una signora che teneva tra due mani il foulard della discordia e mentre imprecava contro il giovane, (tra l’altro minorenne), glielo sventolava in faccia insistentemente. Dopo qualche momento il giovane, che non indossava neanche la croce irlandese (o celtica) simbolo dell’associazione, o simboli vari che potessero essere associati alla politica, non ha retto e si è tolto da davanti al naso il foulard, stizzito per la cattiveria con cui la signora, decisamente più grande del ragazzo, lo aveva "aggredito".

Nel pomeriggio addirittura arriva una nuova notizia assurda: l’ANPI per voce del signor Ceriotti parla di un’aggressione avvenuta nel cortile del municipio, da parte di alcuni ragazzi, con la forte allusione al fatto che potremmo essere noi dell’associazione Ardito Borgo. A questo punto ci aspettiam ouna rettifica dall’anpi che spieghi da chi sono stati aggrediti, altrimenti, dato che siamo assolutamente certi che nessuno di noi ha aggredito nessuno, ci ritroveremmo obbligati a tutelare l’associazione e gli iscritti per vie legali.

Cordialmente

Ardito Borgo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Luglio 2011
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