Varese ha grandi potenzialità nella ricerca ma sta perdendo il treno

Appena nominato nel direttivo del College Federativo di Cardiologia, il professor Gaudio parla delle potenzialità culturali e strumentali del varesotto, fasciato da una soffocante burocrazia

 

Il prof. Giovanni GaudioLaurea in medicina con specializzazione internistica, ha ottenuto un secondo titolo europeo in ipertensione arteriosa. Dal maggio scorso il professor Giovanni Gaudio è entrato nel consiglio direttivo nazionale del College Federativo di Cardiologia dove ricopre anche l’incarico di Direttore scientifico, un organo che si propone di promuovere la formazione e l’informazione su un tema molto delicato:prevenzione delle malattie cardiometaboliche.

«Sono cinque le cause principali delle malattie cardiovascolari: il diabete, il fumo, la sedentarietà, la dislipidemia e l’ipertensione. Dire di aver raggiunto la completa conoscenza e preparazione in questi campi è un gravissimo errore. Quello che noi promuoviamo non è l’allungamento della vita ma il prolungamento della vita libera da malattia. Per far questo abbiamo bisogno di una campagna di prevenzione efficace dove tutti siano coinvolti medici, società scientifiche, associazioni di volontariato ma anche i giornali».

Per il giugno del prossimo anno, il prof. Gaudio vorrebbe organizzare a Varese il Congresso nazionale del CFC: « Per la città sarebbe un importante riconoscimento delle professionalità che esprime. In questo territorio abbiamo l’Università e i centri ospedalieri che collaborano attivamente con i medici di medicina generale per far arrivare i giusti messaggi alla popolazione. Un evento come questo accenderebbe stabilmente i riflettori europei sul nostro territorio».
 
Il professor Gaudio insegna all‘Università dell’Insubria e si occupa da anni di ricerca: ha lavorato con il Ministero della Salute per una ricerca commissionata dall’OMS sugli effetti del sale nella dieta degli italiani ed ora è capofila di uno studio, sempre nazionale, su un medicinale, utilizzato per una diversa patologia, che potrebbe portare vantaggi nella cura dell’ipertensione. « Il nostro è un territorio potenzialmente molto ricco e fortunato nel campo della ricerca – commenta il professore – Ci sono le competenze, c’è  l’università, abbiamo numerose industrie chimico farmaceutiche. Eppure risultati a livello europeo sono scarsi. Questo perchè il sistema italiano è ancora troppo fasciato. Considerate soltanto le difficoltà a farsi approvare un progetto di ricerca: in Italia esistono 365 comitati etici chiamati ad approvare o meno una proposta. In Francia ne hanno due, in Svizzera e in Germania solo uno. Qui  abbiamo tanti piccoli centri che agiscono in modo autonomo: può capitare che un progetto ottenga il parere favorevole a Varese e a Gallarate sia bocciato. Ciò complica enormemente la procedura e dilata i tempi. Questa mancanza di certezze induce le industrie a spostare altrove i propri fondi. In Italia abbiamo le capacità ma le imprese agiscono in un mondo globalizzato, in un’ottica  economica…».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Luglio 2011
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